giovedì 6 marzo 2014

Prima zonale laser, si aprono le danze!

E nel mio specifico caso, si aprono maluccio
Da parte mia regata piuttosto infima, segue la serie di scuse che ho accampato per la scarsa prestazione:
  • ho la barca che fa acqua
  • ero distratto da pressanti problemi personali
  • sto lavorando sulla reattività muscolare più che sulla forza bruta (bella questa, eh?)
  • mi si stava smontando il giubbetto salvagente
  • ci ho un età

Ora, esaurita la serie di improbabili code di paglia raccontiamo com’è andata.
Due prove, vento bello bello (12-15 a occhiometro), sole. Una giornata perfetta, se sei un laserista normale, per me ci sono 7 nodi di troppo. Io sono arrivato 5° di 7 solo grazie ad una serie di infortuni che ha colpito il resto della flotta costringendolo al ritiro.
Prima prova parto rapido, un po’ a centro linea ma va bene così, bello, libero e in accelerazione. E in effetti vado piuttosto lecito e sereno, faccio quel che devo e ballo verso la 5° posizione che, vista la flotta in acqua è quel che mi compete.  Faccio i miei due giri, bei laschi (molto veloci) poca lucidità nei giri di boa e nelle manovre in generale, ma se non ti alleni è prevedibile. Ad un certo punto sto anche davanti ad Ugo (che ha sbagliato boa…ehm…) ma poi le cose riprendono l’ordine naturale e di bolina mi ripassa. Di bolina non ho proprio passo. Stringo troppo? Probabile, oppure semplicemente non gestisco bene il passaggio sull’onda.
Chiudo più o meno vicino alla flotta, sto lì, più o meno.
La seconda prova un disastro. Sarebbe stato da ritirarsi, se non fosse che io di norma arrivo pure a nuoto, pur di arrivare. Partenza un po’ coperto, prima bolina lentissima (colpa dell’acqua imbarcata & sottovento?  Proprio non ho passo, niente) poppa ordinaria e giro di boa pessimo da dimenticare: finisco fuori e si infilano 23-24 barche al volo. Uno scandalo. Riparto di bolina e alla prima virata mi incastro col giubbetto sotto al boma e vado giù. Raddrizzo al volo e riparto, le successive virate sono ancora peggio, mi incastro regolarmente (scoprirò solo alla fine, guardandomi, che il giubbetto si è mezzo slacciato e il laccetto si incastra regolarmente con la base). Vabbè tiro dritto, navigo circondato da dei 4.7 alla prima stagione, ma chissene, a questo punto mi basta arrivare. Di poppa, scuffio di nuovo la barca è decisamente ingovernabile. Se inizia a sbandare non c’è peso, scotta o timone che tenga, va giù e basta.
In queste condizioni smette anche di essere divertente, ho un problema da risolvere sulla barca: prendo nota mentalmente, stucco e resina prima della prossima regata.
Nel frattempo cerco di limitare i danni, e arrivo, parecchio tra gli ultimi, parecchio a testa bassa, giusto per dire che ho chiuso la giornata.
Uno schifo, ma del resto un po’ me lo aspettavo (da dicembre in poi ho lavorato solo in 470 e prima di dicembre una sola uscita ad ottobre).

Nel frattempo preparo lo stucco, come i Ragazzi della Via Paal, dei quali per altro condivido la bronzea agilità

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