lunedì 18 febbraio 2013

Prima zonale laser


Ovvero la storia di come il piccolo Corr ce l’ha potuta fare a vincere una prova. Una sola, mica tutta la regata! Per inciso l’istruttore ha gridato al miracolo dal gommone. Pure i Giudici. Be’ in effetti anche avversari, parenti, amici e alcuni passanti sul ponte del mare: l’evento è di tale portata che quest’anno i pescherecci della processione di Sant’Andrea saranno preceduti da me sul laser. 
Si noti sotto il boma l’esperto lavoro di quadricipiti
Vento pochino ma percettibile e cinghiabile, campo abbastanza dritto ma secondo me un po’ più bello a destra per lo meno quando ho fatto i rilevamenti prepartenza. Ergo, start in Battello, c’è giusto un po’ di folla! Venti barche tutte lì. Riesco ad infilarmi ragionevolmente veloce anche se non proprio in prima fila, ho spazio per virare subito, con le mie boline l’aria libera è un must. Viro e sono praticamente l’unico standard di 6 che viene su da questa parte. Quando vado ad incrociare sono davanti a tutti, con distacco siderale, che mi permette di vincere nonostante dei giri di boa non perfetti e velocità in strapoggia non da record. Seconda bolina ovviamente in controllo, seconda poppa idem e arrivo ormai in tranquillità. Dovrei affondare per non vincere e non accade…La sirena, gli hip hip urrà e io con sobrietà mollo tutto, allargo le braccia lancio un urlo che manco avessi vinto il Campionato Mondiale Vaurien.
Ci ho messo tre anni a vincere una prova zonale in laser (con 8 nodi…).
Tre anni.
Sono fortissimo.

Il mio arrivo in testa alla flotta, glorioso, cinghiato e con la vela quasi a segno
Seconda prova, piuomeno faccio le stesse cose della prima. Voglio partire di nuovo in barca, il vento secondo me  sta girando e la destra mi attira assai: questa volta non sono solo, parto maluccio ma fortunatamente si crea abbastanza presto lo spazio per virare. Sparo un po’ il bordo e mi dice culo. Al primo incrocio sono dietro anche a Guido ma lui mure a dritta continua per la sua strada…e io mure a sinistra per la mia, un bordo lungo almeno 6-7 minuti. Quando viro sono di nuovo davanti, non incrocio tutta la flotta, significherebbe presentarmi sulla lay di sinistra e la cosa non mi garba. Rimango sulla desta, prendo bene la mira e infilo una layline spettacolare con un bordo di 4 minuti almeno: questo è culo. Io non sono mai stato così bravo…
Questa botta di “bravura” mi fa recuperare il gap della partenza e giro di nuovo primo, inseguito a distanza piuttosto ravvicinata da Marco, gli altri dietro risucchiati nell’aria sporca dei radiales. Poppa senza sorprese, seconda bolina Il maledetto timoniers parte all’attacco e io rispondo su ogni virata, fino a quando non faccio la cazzata. La cosa bella (o brutta) di questo sport è che riesci esattamente a capire quando hai perso una regata, sempre che arrivare secondi sia perdere. A me è successo quando ero convinto di riuscire ad arrivare in boa e ho tirato dritto per la mia strada invece di stare addosso a Marco. Poi mi accordo dell’errore, viro e sono ancora davanti , ri viro e sono sopravento alla lay. Il mio vantaggio si è dimezzato, adesso siamo a portata di sputo. Vorrei avere con me il mio arco…almeno una fionda…niente,
in boa lui entra meglio di me e ne esce più basso, bordo semi-obbligato in strapogga dove per dieci maledettissimi metri mi ruba l’aria. Me ne esco con un “esselè fine della corsa!”, lui sente e annuisce. Non sono così a digiuno di vela, con marco sottovento (o meglio sopravento tecnicamente, siamo strapoggiati) la mia aria passa prima da lui, che si prende la parte migliore e mi lascia le briciole.
Avrei dovuto splittare forse, non so. Fatto sta che scendiamo vicini vicini e lasco e bolinetta finale non mi permettono fantasie. Lui davanti io dietro, pari punti, lui vince la regata.
Una sola maledetta virata, un solo errore.
Il podio standard, eroici e medagliati. Be’ più medagliati che eroici…
Adesso ci metterò almeno altri tre anni per essere competitivo con vento medio…

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