lunedì 21 giugno 2010

Weekend review 470 : 1 – Laser : 0

Sabato: allenamento 470 col timoniere eurolaserista. Usciamo che c’è vento da terra (per i pescarofoni: Garbino) e mentre ci allontaniamo dalla spiaggia diamo spi. Tempo 12 secondi il vento rotea, gira, flette. Noi scuffiamo perché la barca stramba, ristramba, imbarda. Eravamo ancora sonnacchiosi!
Raddrizziamo e ripartiamo: stessa rotta di prima, ma di bolina larga: c’è stato un moderato salto di vento…
Comunque sia il nuovo vento si assesta sui 12 nodi di base con rafficoni, il mare è ancora piatto per il garbino di prima (rarità per noi adriatici, la norma è l’onda corta) e noi partiamo a scheggia, e iniziano gli orgasmi multipli. Planiamo di bolina, non capitava da Ottobre dell’anno scorso. Wow! Per capirci con l’assetto da medio, stavamo lui alle cinghie, io tutto fuori in punta di piedi e randa scarica per metà del tempo. Poi poggiamo, diamo spi, facciamo un po’ di conduzione e un bordo al lasco giusto per gradire. Alzo un po’ il paranco del trapezio, per non avere il culo in acqua, peso indietro, una pompata per onda. In questo momento la vita è bella e sono in pace col mondo. Il timoniere ulula felice.
Ammainata, altra bolina, il vento è sceso e si è stabilizzato. Iniziano le prime ondine, quindi la navigazione per me si fa più tecnica, devo usare di più le gambe. Poi da mure a SINISTRA poggiamo e prepariamo l’issata. Io prendo lo spi e dico: “ok facciamo lo sparo , sono pronto, tre…due..uno…vado!” e lancio lo spi. Poi vedo lo spi che vola, che si gonfia, che va sottovento e…cade in acqua…ehm…Sento una vocina da poppa che dice: “si ma io non ERO pronto!” ops… facciamo un po’ di pesca a strascico, recuperiamo lo straccio bagnato e lo issiamo, questa volta prendendo accordi preventivi. Un’ altra serie di strambate e filiamo a terra, prima che inizi il diluvio universale (per i pescarofoni: “il garbino prima schiova e poi esplode”).

Domenica: giornata inutile. Io e l’eurolaserista, gli unici superstiti del “Pescara-LNI laserist squaron”, andiamo con la mia vettura+trainocarro+laser sul tetto+laser sul carro in quel di Giulianova per confrontarci col meglio che la Zona ha da offrire in merito di singolo olimpico. Per fare questo io mi sono svegliato alle 7:00. Secondo la convenzione di Ginevra, svegliarsi prima delle 9:00 la domenica è un crimine contro l’umanità. Amen.
Comunque sia arriviamo, scarichiamo e armiamo in tempo record.
E poi aspettiamo.
Aspettiamo il vento, aspettiamo l’indeciso comitato di regata, aspettiamo che sia troppo tardi.
Alle 11 meno 5 intelligenza a terra, tristemente moscia sul pennone. Poi un timido refolo. Un quarto d’ora dopo un altro timido refolo seguito da una cucciolata di soffi e sbuffi. Insomma verso le 11:30 un minimo d’aria c’è. alle ore 12:36 il CdR ci riunisce in briefing per decidere cosa fare: il capo giudice ci fa un breve discorso, dice qualcosa del genere: “le condizioni sono estremamente instabili, siamo usciti col gommone e ci sono si e no 2-3 metri d’aria, direzione a random. Per il primo pomeriggio è prevista pioggia, se volete possiamo provare a uscire, e vedere di fare almeno una prova” tra le righe si intuisce il seguente messaggio: “sentite tra un po’ viene a piovere, alle 4 c’è la partita, non ci si crea per una cippa e speriamo che a voi altrettanto. Però se vi puntate per andare in mare, non possiamo dirvi di no perché sarebbe troppo sporca.” E certo, io ho indossato la mia miglior maglia di lycra per stare a terra, come no!
E quindi usciamo, genuflessi sottovento, le mie condizioni ideali! Dopo svariati tentennamenti, riposizionamenti, varie ed eventuali, parte la procedura di partenza per la prima prova. Al quarto minuto, mentre provo le boline, il vento salta di 170° circa. Intelligenza su, si aspetta un altro po’ e poi tutti a terra, mentre il nuovo vento soffia sempre con maggiore insistenza(da terra, garbino…pure qui). mentre facciamo la bolina di ritorno, gli altri decidono di restare in mare per un allenamentino al volo. Io, che del garbino porto addosso le cicatrici (e la barca pure), opto per il prudenziale rientro rapido e mi infilo cinghiando con impegno (!) dentro al porto. Con più di 10 nodi è abbastanza thrilling manovrare nello stretto tra i moli con le barche e i corpi morti, devo essere sincero. Inizia a piovere mentre disarmo la barca, che bello! Giusto Giusto per bagnare completamente la vela!
E, ciliegina sulla torta, dopo questa inutile giornata velica, la pessima partita dell’Italia, sulla quale impietoso non stendo nessun velo.
Menomale che chiudo gli occhi e ripenso a sabato…

1 commento:

  1. mentre voi rientravate l'ho fatto notare con eleganza ad un membro del comitato... gli altri (che facevano i distratti ma ascoltavano) mi hanno vagamente fulminato con lo sguardo.
    Capisco benissimo che non si becchino un centesimo in cambio dello sbattimento, però se già partono con l'idea di evitare pioggia e/o vento superiore ai 10 nodi è meglio che non diano affatto disponibilità e lascino entrare nel quadro qualcuno che sia disposto a sacrificarsi un po'.

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