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mercoledì 9 dicembre 2015

finalmente una regata!

Gira che ti rigira, mentre faccio praticamente il:

  • lucidabarche
  • spostabarche
  • costruiscicose 
  • costruiscitettoie
  • costruiscialtrecose
  • macellabestie (ad uso alimentare)

finalmente in mezzo a tutto questo riesco a ritagliarmi un sabato in cui vengo chiamato per regatare su un B25 a Ortona. Si parla la Tommy Masturzo Cup che -è bene ricordare- vinsi nel lontano 2001.
(e poi mai più, è bene dimenticare)
forte di cotanta esperienza e cotanto curriculum, mi piazzano alle scotte. che più o meno è fare le scotte sul 470, solo un po' più grande e più comodo ;-)
L'unico vero problema della giornata è ricordarmi di non infilarmi sotto la draglia alta prima di uscire a fare peso: qui c'è solo la draglia alta, quindi se mi infilo sotto quella e poi mi appendo vado in acqua. Non scherzo, ho rischiato seriamente, me ne sono accorto all'ultimo...
L'equipaggio è una squadra fortissimi composta da timoniere+ randista Locals tale mario e di lui moglie, poi io alle scotte, poi remo al centro e infine Elisabetta a prua. Elisabetta è ancora un po' traumatizzata dal recente incidente in mare, e per questo motivo parte al rallentatore: verso la seconda bolina della prima prova si scioglie e torna in se, doveva solo ripescare la memoria muscolare.
Tre prove le previsioni danno vento minimo, ma per fortuna le previsioni sbagliano: ci saranno 8 10 nodi stabili, 12 nei momenti migliori.
un equipaggio fortissimi! fatto di gente fantastici!
Prima prova non partiamo, e principalmente a causa di ciò navighiamo a distanza parsec dalle altre barche fatto salvo una barchetta con equipaggio giovane e inesperto. giriamo facile, non facciamo stramberie, cerchiamo di capire il campo di regata. risultato 6 di 7. schifo.
La seconda prova partiamo se no altro sullo sparo, anche se la dinamica di partenza non è i massimo dell'ordine a bordo: l'unico orologio ce l'ho io che devo riferire al timoniere, Eli non va tutta avanti ma si ferma a prua dell'albero...mah. un po' arrangiata ma se non altro meglio della prima, facciamo due giri puliti e grazie ad una tattica aggressiva di poppa (dove abbiamo un bel passo) infiliamo di volata la quarta posizione, conquistandola al giro di boa di poppa prima dell'arrivo. Bravi, bravi. 
terza prova, facciamo forse l'errore di bordeggiare un po' lunghi, anche se non perdiamo il contatto col gruppo. Anzi per voler riprendere al meglio questo contatto, per voler stare sul pezzo arriviamo in boa molto poco lucidi, ammainata sporca niente organizzazione del pozzetto (tra l'altro il povero Remo non è un centrale di ruolo!) e perdiamo due barche. Potevamo infilare la terza posizione e invece ci ritroviamo a ridosso della quinta. Peccato per l'errore, la buona notizia e che stiamo sul pezzo. seconda bolina e ultima poppa tutta dedicata a recuperare il recuperabile, e riusciamo almeno in parte: chiudiamo 5 che se non altro è un piccolo miglioramento.

a terra non è previsto niente dal circolo organizzatore, perchè la regata si conclude domani (io non ci sarò...uff impegni) e quindi noi ripieghiamo su un aperitivo improvvisato ;-)

mercoledì 23 settembre 2015

Ciava orci 2015, just some weeks after

l'equipaggio schierato, come nelle migliori tradizioni
Sono passati molti colpevoli giorni, in cui ho lavorato, regatato e fatto ferie, e poi rilavorato e riregatato.
Insomma niente internet per un po’ e quindi niente post.
Riassumiamo ora com’è andato il ciava orci: 4 giorni di regate, piazzamento: ultimi di categoria, vergogna!
Semplicemente pur non sbagliando niente, non andavamo un cazzo.
come litigo io con gli spi...
Il primo giorno rompiamo il ghiaccio con un bel vento allegro, sui 14-15 nodi facciamo due belle prove (cioè belle dal punto di vista della navigazione che con vento è divertente) e torniamo in porto soddisfatti. Partenze infime, poca velocità, manovre pulite se non altro. Tattica poco da fare, se non cercare i canali di aria libera.
A terra birra e vino a volontà, servito per altro da cameriere tra le più gnocche del creato (creato dal chirurgo, più che altro…). Il connubio risulta micidiale, e al 22mo martini di fila riesco a farmi promettere dalla capo cameriera che mi regala la tovaglia martini a fine campionato.
Per fortuna domani si regata tardi.
Dal secondo giorno in poi fotocopie di vento leggero e bordi alla ricerca dell’aria libera. In queste condizioni scopriamo con orrore che il nuovo spi è molto –troppo- stretto e di poppa non possiamo scendere manco pregando gli dei e, nonostante questo ci proviamo con una dedizione ammirevole quanto sprecata. Il picco di agonismo è stato virare sulle vele di un 36.7 poco dopo la partenza dell’unica prova dell’ultimo giorno, salvo poi non riuscire a stringere quanto loro e quindi dover capitolare miseramente.
In generale, se devo descrivere queste regate mi viene in mente una sola parola: indecisione: “io virerei” - “io non so” –“io sto finendo le parole crociate”… e così via.
Insomma andiamo, vediamo i nostri avversari ma non è abbastanza.
Però se non altro il morale della truppa è alto e ci divertiamo.
Lo rifarei? Non credo, non tanto per la gogna dell’ultima posizione (che ci sta) ma per gli strascichi di stanchezza che mi sono portato dietro all’italiano contender dove invece dovevo arrivare al top del top.
Sono contento di averlo fatto: si, ovvio.
Lo rifarei: non so, la settimana è stata impegnativa e ne ho risentito la settimana dopo all’italiano contender, quindi Ni
La Perla: due settimane dopo il nostro tailer mi ha dato una tovaglia martini che si è imboscato da una delle cameriere…non ho chiesto altri dettagli per pudore, fatto sta che adesso ho una bellissima tovaglia da aperitivi.

Lusso ;-) J

lunedì 24 agosto 2015

CIAVA ORCi 2015...

...e il nostro approccio all'intera questione sarà una cosa del genere:
sperando di riuscire a fermarci piuomeno verso la G, la H al massimo ;-)
domani si parte , mercoledì in regata!

martedì 18 agosto 2015

Ferie finite

E questo significa che le regate top della stagione si avvicinano. prima il CIAVA ORCi, e poi l'italiano Contender in rapida successione. Io nel frattempo mi sono allenato un po' sull'una e sun po' sull'altra, non quanto vorrei ma meglio di niente. 
Sul contender sono riuscito a beccare 3 giorni utili di 5 con vento buono, non forte (dove ho più carenze) ma sufficiente a fare sul serio. la barca è quasi pronta per l'italiano, manca solo un pelino di messa a punto. 
tre giorni in cui ho fatto molta conduzione nella prima parte degli allenamenti e manovre nella seconda parte, un giorno tramontata foriera di tempeste un giorno scirocco e un giorno termica. per il resto nulla, sonno o maltempo (!)

Sull' altura abbiamo navigato rispettando il programma che ci eravamo dati e se ci limitiamo alle cose semplici non abbiamo problemi. per le cose difficili...parliamone. Ad esser gentili ho perso un po' di smalto a fare una prua seria, e non va bene. qualche piccola ottimizzazione a bordo forse mi semplificherà la vita, ma il grosso del lavoro deve partire dalla mia testa: ordine, ordine, ordine. 
la barca è pronta quanto lo potrebbe mai essere, rimane solo il fiocco pesante da provare e poi siamo a posto. ieri mi sono fatto un giro in testa d'albero a controllare che tutto fosse in ordine, lubrificare le pulegge e nastrare i terminali delle crocette, cose così. In settimana si farà carena, e poi saremo pronti a muovere.
Next stop Citanò, stay tuned.


venerdì 31 luglio 2015

stanchezza...

...e di conseguenza ho poca voglia di scrivere. farò un sintetico riassunto, in attesa di tempi migliori:

470: la regata di pesaro è andata così così. vento tra il poco e l'un cazzo di niente per tre giorni, noi abbiamo migliorato le partenze, la velocità un po' a tutte le andature ma sicuramente non le poppe e la tattica. risultato 9/16 dopo essere stati per tutta la regata 6° abbiamo buttato via tutto l'ultimo giorno.
però molto bello arrivare davanti ai brontoli (quelli del melgio stilossissimo!).

Altura: continuiamo ad allenarci con costanza e impegno in vista del campionato italiano di fine agosto. a tratti sembra anche che manovriamo bene, ma naturalmente c'è molto lavoro da fare in poco tempo: vorrà dire che la regata stessa sarà il nostro allenamento.

per il resto boccheggio in attesa delle ferie, sperando di rimettermi in acqua in deriva ;-)

lunedì 13 luglio 2015

allenamenti, allenamenti, allenamenti

Sabato e domenca, giornate fotocopia: poco vento, tante manovre con Born to Be. iniziamo a sembrare un equipaggio, proviamo tutto il repertorio, tack'n'hoist, gybeset normale da sopra da sotto con e senza tangone. 
Ci affiliamo, ci affiatiamo, ci mettiamo d'accordo.
manca ancora qualcosa, e credo che quel qualcosa no lo recupereremo da adesso a fine agosto. 
però intanto andiamo. 
nei pomeriggi avrei dovuto alenarmi in contender, ma troppa fatica, proprio non ce n'era con questo caldo. 
Prossimo finesettimana ritorniamo in 470. 
stay tuned.

lunedì 18 maggio 2015

Vacanzine in vista, lavoretti, strambate

Dato che presto, molto presto partiremo in vacanza con la Strega –ormai relegata a ruolo fisso di barca da crociera veloce- sabato lo passiamo io e il mastro comandante a fare amorevoli lavoretti per preparare il battello allo scopo. In pratica smanettiamo col quadro elettrico dl motore, cercando di disinnescare quel nodo gordiano di fili che c’è lì dietro. Più o meno ne usciamo vincitori, bravi noi. A seguire un giretto alle prime crocette, perché il faretto di illuminazione della coperta è morto: 10 minuti su, selfie d’ordinanza, e risolto pure questo: ci siamo proprio meritati un aperitivo!
Sabato pomeriggio entra anche uno scirocco decente, ma io sono sonnacchioso come un gatto e faccio finta di niente.
Domenica pomeriggio: allenamento con Rodolfo in 470: il vento c’è e tiene, finalmente si sta al trapezio STESI!
Per l’occasione monto la gopro su boma giusto per vedere cosa ne esce e soddisfare la mia vanità. Carino, ma se sto fuori per bene esco dall’inquadratura, devo lavorarci su (sull'inquadratura...mica sulle virate con rollio...)
Vanità a parte ho 2 ore di manovre da rivedere e analizzare, per cercare di imparare da noi stessi. Per il momento, beccatevi la vanità:

martedì 5 maggio 2015

L’altura godereccia

Week end come si deve, di tre giorni tre giorni in mare.
Venerdì: portiamo Born to be –in assetto race, con vele sbrilluccicose in black kevlar, tuff luff sbrilluccicoso pure lui e chi più ce ne ha ce ne metta- da Pescara a Ortona. Si mette uno scirocco che perderselo sarebbe un peccato e grazie a questo vento bello frizzante arriviamo –bolinando- in circa 3 ore. La navigazione è un po’ bagnata, ma io faccio sorprendentemente la randa e non ne risento. Ne approfitto per raccogliere le mie prime impressioni: la carena ha un buon passaggio, le vele sono buone si regolano con facilità, forse anche troppa facilità. In navigazione, visto che non c’è molto da fare, gironzoliamo in giro per fare foto alle vele (da dare al velaio) foto a noi stessi (per facebook) e tante chiacchiere su cosa è migliorabile cosa deve essere modificato e cosa invece va bene così. Arriviamo ad Ortona due birre e 13 pizzette dopo… Siamo in porto appena in tempo per scappare ain stazione a prendere il treno per tornare  a casa. In viaggio ci scoliamo un prosecco e ci sbafiamo una torta al cioccolato.
E che volete, La controtailer faceva gli anni.
Questo equipaggio già mi piace come ragiona.
io, che cerco di darmi un tono pontificando sulla catenaria
Sabato mattina dormo.

L’appuntamento è per il pomeriggio per uscire in 470. A Pescara nel frattempo sono in corso ben 2 regate nazionali: una di FD e una di catamarani. Io guardo le flotte dal terrazzo e nell’ordine osservo come i cat vengano mandati a terra mentre gli FD galleggiano senza speranza alcuna…sigh…bonaccia (quasi) assoluta. Mentre continuo a sonnecchiare tengo comunque un orecchio teso verso il vento, tipo gatto al sole insomma. Verso le 4 capto un tremito nella forza e richiamo all’ordine il timoniere: si esce!
In 5 nodi d’aria.
Se non altro abbiamo fatto manovre (poco soddisfatti, qualcosa non quadra) e abbiamo iniziato ad impostare le strambate secondo il metodo stanislaski-ciccotti. Pare che va, ma pare una volta ogni 5 strambate.
potevamo restare a terra? direi proprio di no
Prossimo obiettivo: alzare la media e la qualità delle manovre.
Diciamo che sabato siamo usciti per timbrare il cartellino, più che altro.

Domenica mattina mi sveglio alle prime luci.
Devo portare metà equipaggio in macchina ad Ortona, ove la barchetta ci attende e ove correremo l’improbabile regata locale.
E devo farlo per le 9, ergo sveglia all’alba: Doh…
Una volta arrivati i soliti riti, saluti, boat prep, meteo e iscrizione, andiamo io e un altro membro dell’equipaggio. Mentre compliamo il modulo, chiedo a Cristiana esattamente chi sono gli iscritti:

IO: Cri, ma chi c’è oltre noi e i mini?
CRI: guavda…un po’ di bavche da cvocieva di qua, con le vele in dacvon, niente di che…
IO: che in pratica se non vinciamo ci dobbiamo andare a nascondere, giusto?
CRI(sorriso sornione): eh vedi un po’ te…

Per fortuna abbiamo vinto. L’onore è salvo.
la prova probante della nostra supremazia...ehm...
Per bravura ce la siamo giocata con i Beneteau25 –che ovviamente facevano categoria a parte- tutti nella nostra scia tranne un solo eroe, Flash cube. E i B25 con le ariette sono degli spari, io ne so qualcosa…
Il percorso è un lungo bastone costiero quasi al vento, noi facciamo i nostri due giri più o meno puliti senza inventare nulla c’è una rotazione costante a sinistra che ci porta sempre sul lato fuori. Va tutto liscio tranne una tack-n-hoist sulla seconda issata che è uscita un po’ in ritardo: passata la boa non eravamo ancora su, sulla mia spalla spunta il diavoletto che mi dice di correre a prua, farmi largo a spallate e sistemare fare ‘sta benedetta issata smadonnando a mezza bocca durante l’intero processo.
L’angioletto sulla spalla destra mi intima di rispettare i ruoli, mi cuce la bocca e molla la scotta al posto mio, mentre io ascolto il diavoletto. Poi riinizio a guardare i filetti e la regata continua senza che la prua sappia mai quanto ha rischiato: per 10 secondi di ritardo in issata deu giri di chiglia, ai tempi.
A terra porchetta monumentale e spillatrice della birra altrettanto monumentale: c'è tutto quel che serve per regatare come si deve.

Be’ direi che la stagione altura è iniziata giusta…

lunedì 20 aprile 2015

Zero ore volo, svolte e teschi

Week end all’insegna della nullafacenza velica: passo in zona porto/circolo più ore di un pescatore professionista che si picchetta per il prezzo del gasolio ma non riesco a navigare neanche un minuto.
Sabato dovrei uscire con la strega in mattinata e col contender nel pomeriggio (tra l’altro per l’adunanza contenderistica della settimana prossima iniziano ad arrivare qui velisti di spessore, da cui sarebbe opportuno imparare il più possibile).
Risultato: mattina manutenzione sulla strega –cambiato tubo del gas, smontata e rimontata ventola di estrazione aria motore per scoprire che non era colpa sua, fatte manovre in porto per esercizio- il vento non ha mai superato i 4 nodi. Dopo di che pranzo a bordo, caffè ammazzacaffè, cioccolatino, ammazzacioccolatino. Verso le 4 ce la posso fare ad arrivare alla Lega per scoprire che anche qui non si fa nulla, due chiacchiere e a casa.
Domenica più o meno idem, solo un po’ più operativo. La mattina la passo a parlare con l’equipaggio di Born to be (In teoria si dovrebbe anche uscire, ma il freddo, le nuvole e l’assenza di vento ci scoraggiano alquanto). L’argomento è di formare fronte comune, si profila all’orizzonte una join venture “Born to be Strega II” in vista dell’italiano di Civitanova, a fine estate. A loro servono un prodiere e un randista e io e Ale siamo a spasso: è facile fare due più due. Dal punto divista dell’altura sarebbe la svolta della stagione, visto che con la strega in assetto spaghetti al massimo possiamo fare la cooking cup, appunto.

Il pomeriggio sarebbe in programma di uscire in 470: sulle prime sembra impossibile, fa freddo e non c’è vento. Sulle seconde si conferma impossibile ma siccome esce il sole verso le 4 ci accordiamo per fare un po’ di centre e mettere in assetto il palo: come da prassi marchiamo i riferimenti per la ghinda, piuttosto espliciti direi:

martedì 10 febbraio 2015

Pescara x 2 - secondo tempo: fatto quel che si poteva

La settimana scorre in un turbinio di tachipirina e fazzoletti di carta, che si è risolto con una fumata bianca solo venerdì sera, quando ho confermato che domenica sarei stato in grado di camminare.
Quindi niente da dire, si inizia proprio bene…
Sabato lo passo tappato in casa al calduccio, che non si sa mai, domenica –opportunamente imbottito di farmaci- sono sul pezzo.
Per prima cosa facciamo un po’ di manutenzioni nella frizzante aria mattutina. Sono robette che ci siamo lasciati indietro dalla settimana scorsa, la guida dello strozzatore del caricalto si è rotta e il pannello strumenti sul paramare funziona a cazzotti come il jukebox di happy days, solo che nessuno di noi è Fonzie.
Passiamo un buon tre quarti d’ora a sistemare entrambi tra viti, vitarelle e contatti elettrici. Fuori mare di scaduta con acqua sabbiolosa e vento in doppia cifra, il sole va e viene. ‘Nzomma potrebbe essere peggio, ma potrebbe essere anche meglio.
Per le 11:00, puntuali come un comitato di regata svizzero, partiamo: la regata in pratica è una fotocopia della precedente, stessi angoli, stessi bordi stessi tutto. Solo che MAN e il maltese sono rimasti in porto per vari motivi tra cui paura di spaccare tutto con ventone, e noi dobbiamo vedercela con l’Elan strafighissimo che stavolta non sbaglia niente. Partiamo e ‘sto benedetto Elan inizia a fare un angolo da panico, e ci rolla da sopravento. Male male. Talmente male che a tratti pure Federico ci è davanti…Male soprattutto perchè noi  1) in questo bordo non andiamo un cazzo per cause ignote 2) dobbiamo virare per smarcarci e andiamo a sinistra, con rotazione prevista a destra.
Risultato: dal punto 1) possiamo solo ipotizzare che abbiamo preso qualcosa sotto, ci resta il dubbio. Fatto è che la velocità è migliorata dopo aver virato come se il movimento improvviso abbia scastrato qualcosa ad esempio; dal punto 2) perdiamo un bel po’ di strada. La somma è di 3 minuti e passa di distacco alla prima boa.
Il passaggio della prima boa. Si noti la posa plastica & eroica del sottoscritto, nota anche come “gatto squacchiato sottovento”
Le successive due boe camminiamo il nostro, prima bolina larga e poi poppa – traverso con un vento stabile sugli 8-10 nodi. In questi due bordi perdiamo altri 2 minuti fisiologici che ci stanno, soprattutto di poppa (loro hanno un bellissimi gennaker, e il bordo è stretto).
Ciliegina sulla torta: riduzione di percorso anche questa volta, noi siamo un amminchioluti e sbigottiti, tanto che chiedo conferma via radio: oltre che farmi trattare da pezzente velico per la serie “ciccio, ‘ste domande non le fanno neanche quelli della classe vele bianche col barbecue acceso a poppa, guarda le bandiere”, ci tocca pure scoprilo dopo la boa. Col vento presente ci sembra inspiegabile, tanto che facciamo l’ammainata e ci prepariamo ad orzare regolare. Se non che la bandiera sierra effettivamente c’è, ben nascosta ma c’è. Scopriamo solo a terra che sul 16 stavano mandando avvisi di burrasca e dopo la débâcle dell’anno scorso da queste parti con più di 12 nodi già ti mandano a casa…chi si scotta con la minestra calda poi soffia anche su quella fredda, si sa.
Ovviamente con un simile distacco siamo secondi senza appello, e quindi secondi a pari punti dell’intera regata.
Poteva andare meglio, ma anche no.
Va bene così, dai ce la siamo giocata.

lunedì 2 febbraio 2015

Pescara x 2 - primo tempo: fatto tanto!

Sabato, ci troviamo in mattinata per scaricare la barca, a bordo abbiamo ciarpame di vario tipo e natura che pesa e basta. Mettici pure che per i misteri dell’ORC noi sulla carta abbiamo il tuffluff e millemila vele in carbonio, mentre sull’acqua abbiamo il frullaprua e dacron…insomma cerchiamo di salvare il salvabile per rendere la barca regatabile. Nel metre che faticosamente sbarchiamo pesantezze, ti vien fuori una giornatina niente male,  e così su due piedi decidiamo di uscire a fare due manovre due.
Stiamo fuori un paio d’ore, bolina-poppa-bolina-poppa e tutti a casa. Il vento è una specie di scirocco anche bello pimpante, 10-12 nodi di media li fa tutti senza vergogna. Più che altro è la scusa per armare la barca ed averla già pronta domattina. Torniamo a terra alle 2, sarebbe da andare a casa ma…il sabato lo squaron esce di solito alle 2:30-3 quasi quasi vediamo se il vento regge.
Il vento regge, in calo ma regge ad intensità di governo per altre 3 ore, che passo in mare insieme ai laseropodi. Esco col preciso intento di fare manovre, non c’è l’aria che vorrei ma è meglio di niente: se non altro nella prima parte dell’allenamento si sta al trapezietto. I quadricipiti accusano, ma chissene, continuo a virare: l’obiettivo è agganciarmi fuori dalla barca, cosa ancora più difficile se la posizione ideale è dentro la barca!
trapezietto: il tendine rotuleo ringrazia, as usual
Verso fine allenamento (ormai si sta costantemente sganciati, ci sono si e no 5 nodi) mi raggiunge il capo Daino e mi chiede se posso fare da lepre a Paolino, che è l’unico standard in mezzo a dei nanerottoli. Io stavo rientrando (obiettivo manovre non perseguibile con così poco vento) però in fin dei conti…perché no? rimango fuori un'altra mezzora a fare partenze e accelerazioni con Paolo che, va detto, ha un’accelerazione migliore della mia in contender (ha anche una cinghia per schienare…) ovviamente ogni 20 secondi ci dobbiamo fermare e ripartire, perchè io me ne vado di passo.
ma tu guarda che bell' espressione da leprotto della Maiella
Torniamo a terra che è praticamente buio.
Domenica, siamo belli precisi allineati e coperti: la barca è pronta, la carena pulita e lo spi pesante giuncato. Il leggero no, ma con le previsioni che abbiamo in mano non servirà. Sbagliato.  
Il percorso della PEx2 è un triangolo a vertici fissi non una partenza allineata vagamente ai pianeti del sistema solare, e le boe allineate vagamente a…niente. In pratica si parte al traversone-bolina larga, mure a sinistra preferibilmente in barca. Noi partiamo più o meno al centro, mure a sinistra preferibilmente veloci. In partenza c’è vento, sui 12-15, insomma è decisamente bello frizzante! La regata in sé è una corsa dei cavalli, percorso pensato per manovrare poco (cosa voluta, in due a bordo). È più importante far correre la barca sempre con le vele a segno. I nostri avversari sono MAN, l’Elan 350 che sembra un class40 scalato (doppia pala del timone, gennaker, carbonio ovunque, pure nel servizio di piatti) e Federico su un Comet36 in assetto crocieropode, che sempre per i misteri dell’ORC, sulla carta cammina quanto noi col tuffluff (che abbiamo solo sulla carta). Vabbè basta divertirsi…
e quand'è così..noi ci divertiamo, punto.
Il primo lato è un monobordo mure a sinistra, con un'unica virata per imbroccare la boa, tutto molto facile. Va detto che chi anticipa la virata  si prende un bel vantaggio per la minor corrente sottocosta,  e noi non siamo tra quelli. Anzi, ci tocca anche poggiare deciso dietro al Maltese (ormai in assetto crociera credibile: le vele sono in dacron, nuove ma in dacron) per non accorciargli la barca di un paio di metri. Morale della storia giriamo la prima boa quarti in reale. Davanti a noi: MAN con al timone una (che poi è Petra) che ha fatto la campagna olimpica per Londra, Malta  e un X362 sport portato da un tizio (che poi è Davide) che ha fatto la Route du Rhum. Mica cazzi. Noi al massimo abbiamo fatto la route du ratafià e siamo andati in campagna a cogliere le olive…
Sul secondo bordo cacciamo la freccia  e spettiniamo nell’ordine Malta e il 362,  e accorciamo sensibilmente le distanze su MAN. Il vantaggio di chi sta dietro: se davanti fanno una cazzata per quando arriva a te sei già corso ai ripari, se non stai dormendo. Tipo che ad un certo punto vediamo MAN che bolina strettissimo non arriva in boa. Noi siamo di bolina larga. Ovvio che lì davanti da a scarso, sai cosa: iniziamo ad orzare da adesso va’! risultato noi entriamo in boa precisi, loro hanno dovuto virare. Noi abbiamo preparato il jibe set (be’ la versione semplificata per 2 persone, stramba il genoa e issa sulle altre mura) loro hanno fratto la normale e hanno strambato molto più a terra. Sommateci il discorso della corrente di prima: che prima era un svantaggio ma adesso non più, stiamo tornando indietro. Somma pure che durante questa strana poppa per 3-4 minuti il vento scende e ruota, e soprattutto scende d’intensità, tanto da convincere il CDR per una riduzione. Se sommi tutte queste belle cosette il risultato è che in reale ci hanno staccato di 3’ 40” circa. Su un percorso di 8 miglia, ci sta: in fondo c’è qualche lieve differenza di armo, anche se entrambi siamo invelati Montefusco:
quasi uguali eh?
All’arrivo noi stiamo affiancati ad un Comet 51 con un bel gennakerone rosso  e tagliamo praticamente insieme una linea lunga si e no 10 metri (sorvoliamo su questo dettaglio…) noi per tagliare dobbiamo strambare, ma siccome ormai siamo veramente vicini passiamo solo la randa tenendo il tangone mooolto quadrato sottovento:stare lì davanti a cincischiare non vale neanche la pena.
quanto sei bella Jessica!
Ad un certo punto, dopo aver tagliato, il cometone è talmente vicino che potevamo stringerci la mano, e da bordo ci fanno:

C51 (leggera punta di panico a bordo, velona tendente all’ingestibile?): "ci date acqua per strambare…oh ci dai acqua siamo sotto gennaker!"
Noi (con alzata di spalle esplicativa): "e noi abbiamo lo spi! (e non sappiamo neanche su che mure....ehm...)"

Per la serie vogliamo fare a chi deve fare la manovra più complicata?
Poi in un modo o nell’altro tiriamo giù tutto e filiamo in porto, dove ci attendono la pappa e le classifiche: Primi! Incredibilmente primi!
Settimana prossima si chiude la partita ma non sarà un cazzo facile replicare…certe botte di culo capitano una volta l’anno.


Le foto sono una courtesy del Marialuisa Cichella on the gommon photostudio che mentre ci fotografava mi ha pure intimato di non distrarmi e continuare a guardare le vele, pensa te che fotovelista seria :-)

lunedì 26 gennaio 2015

Niente di fatto

Mare agitato e ventone, nonchè pioggia e un freddo della madonna. Sia sabato che domenica. Siamo stati a a terra of course, tutto rinviato di una settimana. Sabato abbiamo fatto dei lavoretti sulla strega, poca roba preparatoria per la detta regata, domenica a casa. Se non altro il lungimirante* preavviso della scuffia ci ha avvertito il giorno prima, così domenica manco sono uscito dal bozzolo buffetti. 

*certe volte alla scuffia sono così lungimiranti che ti annullano le regate con 5-6 giorni di anticipo...mah

venerdì 23 gennaio 2015

PE x 2 incoming...

...sotto il peggior temporalone/fulmini e saette/pioggia battente dell'ultimo decennio. Sabato abbiamo appuntamento per preparare la barca, e se continua così i preparativi consisteranno principalmente nel far salire gli animali a coppie e metterli ordinatamente ognuno nel proprio gavoncino...
lavoriamo sono noi perchè abbiamo un podio da difendere noi, noi e le nostre 360 coppie di animali...

lunedì 12 gennaio 2015

Inizio anno Alturoso

Dopo le bonacce equatoriali dei primi giorni 2015, la prima uscita dell’anno ce la siamo fatta io e Ale sulla Strega. Sabato ci ho provato a uscire, sono arrivato ben convinto all’ora giusta, ma all’ora giusta il vento nisba. Se poi ci metti che il supercazzut laserist squaron era steso a terra sui tappetini a fare addominali, allora è proprio sicuro che non si esce neanche a remi. Amen, apro il contender e faccio una modifica alla torretta randa che volevo fare da un po’, giusto un ora di lavoro. Lo scopo è di spostare l’asse del bozzello dall’asse della torretta per renderlo auto pivotante come passa il boma, niente di estremamente nuovo: si fa solitamente con due landine e qualche cristone per montare il tutto, in pratica una roba così:  

questa non è la barca mia, è la barca di Fede che ho studiato attentamente per capirne i segreti ma il concetto è lo stesso.
Domenica mi son messo d’accordo con Ale per allenarci per la Pescara x 2, visto che abbiamo un podio da difendere, questo:
che tra l'altro la FIV quando ci si impegna fa le cose per bene...
Alle 11 al porto aria zero, sembra la fotocopia di ieri. Dopo un po’ di lavoretti tecnici a bordo (principalmente decidere dove installare la GOpro, ci abbiamo messo un’ora facendo le prove per vedere come venivamo inquadrati…vanitosi) molliamo gli ormeggi in assetto scazzoprofescional: neanche togliamo i parabordi, però abbiamo convenuto che la teecamerina attaccata al mezzo marinaio a circa 1,3 m dalla coperta sul pulpito di poppa a sinistra è la posizione ideale.
Sempre scazzoprofescionals apriamo le vele e mentre andiamo con 5 nodi, facciamo sai che? Prendiamo le scotte spi va…e i parabordi restano appesi. Alla conta dei fatti abbiamo un garbino che fa a pugni per prevalere su una tramontana che barcolla ma non molla, mediamente sugli 8 nodi, direzione media…dall’alto verticale su di noi se sommi i vettori. Nella pratica si verificano buffi eventi tipo:
  • raffica di vento caldo, che profuma di terra, è proprio garbino, ma ancora da NW
  • issata spi, a segno, pronti a strambare e…spi gonfio al contrario e praticamente controvento. Segue attimo di incredulità in cui mi giro verso poppa per urlare ad Ale che deve poggiare NON orzare e poi vedo Ale con la barra tutta dalla parte giusta e capisco. Il vento ha saltato di circa 150° all’improvviso! Meno male che sono 6 nodi: se erano 10 avevamo fatto secco lo spi sulle crocette. Poggia che ti ripogga, circa 200° oltre la rotta iniziale riusciamo a strambare come da programma.
A parte queste piccole disavventure, andiamo avanti a virate issate e strambate, finchè non ci molla l’aria e accendiamo la stufetta volvo per tornare a casa. Insomma abbiamo aperto l’anno con un bell’ allenamento con tutti i santi crismi, nonostante i parabordi appesi alle draglie.

Belli, siamo belli, nonostante l'orrido parabordo in coperta che si scorge in basso a destra mentre tenta di nascondersi 

mercoledì 7 gennaio 2015

Stats e riflessioni 2014

Iniziamo col dire che è stato l’anno con più uscite in mare a scopo agonistico (allenamenti e regate) da 5 anni a sta parte. E questo è un dato certamente confortante…

470:
anno devastante in cui sostanzialmente si è inceppata la giostra. Con Ugo non ha funzionato e dopo 4-5 mesi belli e intensi in cui siamo usciti in ogni condizione, abbiamo quasi disalberato, abbiamo eroicamente navigato che manco Soldini (in cui però una sola regata), è finito tutto. Io ci ho messo una pezza timonando e racimolando un 2 tappe di Trofeo Medio Adriatico, raccattando Federico a farmi la prua, giusto per segnare il nome nell’elenco dei partecipanti. E dire che bello entusiasta a inizio stagione si parlava di vele nuove  e ho comprato un albero race reduce dalle olimpiadi buttandoci sopra dei bei soldini. Totale 5 giorni di regata, 21 di allenamento.
Per l’anno prossimo non faccio piani, sono letteralmente allo sbando. Unica barca della zona, senza timoniere, posso solo inventare qualcosa al volo prima delle regata tanto per giocare.

Laser:2 regate fatte, una annullata, 7 allenamenti. Venduto a metà stagione per occasione irripetibile targata contender.

Altre classi: tra snipe e contender si contano 4 regate e 26 allenamenti, (24+1 in contender, a partire da metà luglio) le regate in snipe insospettabilmente carine e divertenti, quella in contender: un socialino tanto per (di cui però ho vinto la line honours…).
In pratica da quando ho preso il contender ho navigato solo con quella. E ancora non riesco a virare con 18-20 nodi…bene… se non altro la flotta c'è  e spinge, ci si diverte e ci si motiva a vicenda.
Per il 2015 punto a fare la stagione contender con una certa continuità e poi vediamo cos’altro capiterà.

Altura:
in pratica solo la Pescara per 2 e la Cooking Cup, la regata più importante della stagione. Terzi alla prima e secondi alla seconda, non male tenuto conto che in pratica non ci alleniamo…

per l’anno prossimo sarà praticamente uguale. Forse (ma dipende dallo stregone che non sempre riesce a far coincidere date delle regate con date lavorative) qualcosa in più tra primaverile e invernale, ma vallo a sapere.

martedì 9 dicembre 2014

Weekendino zoppicante

Sabato: regata altura alle scotte, osipite su un crocierone che più crocierone non si può: roba che per virare saltavo il tavolo del pozzetto da una panca all’ altra. Nulla di fatto per assenza di vento e presenza di corrente di livello rapide del Nilo, il meglio che riusciamo a concludere è stata una partenza non partita (talmente forte ‘sta benedetta corrente che era letteralmente impossibile tagliare bordi meno che quadri…).però si mangia si beve e c’è il sole.

Domenica: la dolce fidanzatina ha una gara in mezzo alle fratte teramane, e io vi assisterò. La gara è nel pomeriggio. Va da se che la mattina alle 8 sto alla lega, pronto a lavorettare/uscire, e faccio entrambi in sequenza. Armo alla buona (dovrei controllare le tensioni ma non lo faccio, vado a fiducia) e esco verso mezzogiorno, quado finalmente il vento si degna di apparire e segnare addirittura 8 nodi…
Insieme a me il supercazzut laserist squaron, e anche il on-the-good-way bambinett team. Almeno ho scoperto che riesco a superare Paolo Lachi di bolina, con un contender (e lui in laser). Se non ci riuscivo manco così cambiavo sport.
Fuori è molto carino e divertente, trapezietto morido, tutto facile, anche se un po’ di ruggine addosso la sento, soprattutto alle prime virate. Però ho messo qualche punto fermo nelle manovre e questo è l’importante (per una corretta virata: passare la scotta a prua di entrambe le gambe, poi flettere il tallone di poppa…)
Vedo anche i miei zii in FD e un mucchietto di bolidi sotto gennaker e squaretop, gente di un certo livello…
Unica nota stonata è che ho fatto secco il grillo che teneva la leva del vang , vai a sapere perché (il grillo, o quel che ne resta, è disperso negli abissi). Ad una prima ispezione la leva in costosissimo carbonchio sembra ok quindi si tratta solo di tovare un grillo compatibile e montarcelo, nel frattempo rabbercio una soluzione stroppi&gomma americana per continuare a navigare, poi comunque mi metto di poppa e quindi il vang neanche è fondamentale…

Lunedì: non pervenuto, dicono che sia stata una giornata di quelle serie, ma io stavo nelle terre di Rohan con la mia bella a costruire gradini intagliandoli nella viva roccia manco fossi un nano di Moria, e quindi nisba. tra l'altro di albero e presepe neanche l'ombra, che tristezza. 

Oggi, ciliegina sulla torta,  mi fa male il ginocchio e zoppico…ma porc…

venerdì 5 dicembre 2014

ehi....

...Non sono sparito nel nulla, è solo che sono stato un po' in giro e comunque a novembre c'è la solita bonaccia pescarese, quindi niente allenamenti giusto qualche lavoretto a a rilento
domani vado in regata con l'altura, ospite di amici, speriamo che si alzi almeno una bavetta!

giovedì 26 giugno 2014

Domenica

Che poi a dircela tutta domenica è stato un buon allenamento. Al timone tanto per cambiare, Luca che non è mai stato al trapezio a prua. Ma luca è uno sveglio,  fa il velista serio, è giovine e forte e quindi ci mette relativamente poco ad imparare come stare fuori dignitosamente.
Insomma per quelli che non sono del mestiere sembravamo una coppia ben rodata…ovviamente no, però ci siamo divertiti. Quando plani ti diverti sempre, questa è la verità.
La prima parte della mattina se ne va via con la Giornata della sicurezza in mare, un vento organizzato dalla  LNI che sicuramente non possiamo perdere. Lezione di meteorologia spicciola (bella utile, tre –non 24- capisaldi da ricordare per capire cosa sta succedendo lassù), a seguire Santa Messa (che io poco santamente salto a piè pari grazie agli dei sono indifferente e impervio alle religioni del mondo). Ancor più a seguire, c’è lezione sulla sicurezza dal Sottotenente Figo, quella rara specie di ufficiale di marina bello, figo, in uniforme, di quelli che rende vera la leggenda del fascino dell’uniforme. Peccato che la nostra nutrita schiera di pulzelle radial sia fuori in regata, peggio per loro, potevano accasarsi…
Infine dopo tutte queste mirabolanti avventure finalmente, il vero motivo per cui sono qui: il buffet, dove mi faccio fuori tre spritz in apnea in un 1’e 8”: nuovo record regionale.
E mi sono contenuto perchè dovevo andare in mare a breve: è prevista una veleggiata, mettono fuori delle boe e ci divertiamo. Io sono un po’ in ritardo con l’armo del mezzo, (gli spritz…) Luca è in ritardo perché deve studiare -lui- insomma andiamo in mare che gli altri non si sa dove sono.
Andiamo in mare che ci sono comunque delle boe, iniziamo a girarle, facciamo su e giù tra boline e poppe così come dei cani randagi in campagna.

C’è un bel vento e zero onda, si plana con una facilità mostruosa. Peccato che quelle boe non erano lì per noi: è in corso una nonsoqualecaspitadi evento velico di dubbia competitività riservato a barconaltura di varia estrazione. In pratica tutti amici miei, e occhio e croce camminavo quanto loro.  Molto ma molto figo, giro con loro,  in certi momenti gli faccio da tappo e non è che proprio sia agilissimo a togliermi dalle balle, ma chissene. In certi altri subiamo degli incroci rocamboleschi, in certi altri salutiamo questo e quello. Siamo persone socievoli noi!

lunedì 24 febbraio 2014

Cosa ho imparato a navigare con più di 40 nodi

Scrivo questo post tecnico per lasciare traccia di tutto quello che ho imparato sulla navigazione in condizioni d’emergenza in un solo pomeriggio: 
  • la barca deve essere praticamente perfetta. Manutenzione senza nessun, e ripeto, nessun tipo di sbavatura.
  • Il motore deve partire al primo colpo, senza se e senza ma. Ok siamo d’accordo la sicurezza proviene dalle vele, tormentina, fuggire il mare e tutto il resto. Ma se sei a 20 metri dagli scogli con un vento che ti strappa le sopracciglia e che ti ci spinge contro dai motore e DEVE partire al volo. Un fuoribordo a strappo…praticamente morte certa.
  • Ogni manovra deve avere il suo stopper. In particolare noi abbiamo il frullaprua che corre fianco alla murata e arriva a poppa, e qui semplicemente facciamo un mezzo collo per bloccarlo (ovviamente è una di quelle manovre che usiamo tutto aperto-tuttochiuso, con un carico relativamente basso con venti normali). Per ridurre/chiudere con 30 nodi ci vuole il winch, a mano è impossibile. Messo il frullo sul winch abbiamo arrotolato quanto volevamo e poi non potevamo più liberare il winch, pena la riapertura immediata del genoa: questo, ci ha impedito di manovrare  a vela col solo fiocco e, unito ad un paio strambate involontarie, vento fortissimo e vela vetusta, ha contribuito alla distruzione del genoa.
  • non fidarsi del lazybag: abbiamo ammainato randa a sparo, bloccato la drizza in basso per non farla risalire e stop. Alla prima strambata il lazy ha ceduto (si è strappato il ponticello dalla crocetta) e la randa è finita in coperta, facendo presa al vento e creando ulteriore casino. Quindi nel momento che si ammaina, gerli, gerli, gerli (che noi prontamente teniamo a dritta della scaletta, quindi sempre disponibili: la nostra è stata proprio una leggerezza)
  • le barche che hanno concluso la regata: tutte armate con i fiocchi, non col genoa. sicuramente aiuta, come aiutano i 2 timoni e lo spigolo dell’Elan 350. Ma soprattutto, quando è arrivato il groppo si trovavano più al largo di noi, con più acqua per manovrare. Avessimo avuto spazio, probabilmente senza randa e con un triangolino a prua finivamo la regata. (se hai spazio, hai tempo, se hai tempo pensi se pensi sbagli meno)
  • il mare con 40-45 nodi d’aria si riesce ad alzare piuttosto rapidamente (contrariamente a quanto succede con 25-30). Nella mezz’ora di casino si è messa su un’ onda rispettabile dell’ordine del 1.5 m. Passato il casino altrettanto rapidamente si è spianato.