Sabato, ci troviamo in mattinata per scaricare la
barca, a bordo abbiamo ciarpame di vario tipo e natura che pesa e basta.
Mettici pure che per i misteri dell’ORC noi sulla carta abbiamo il tuffluff e
millemila vele in carbonio, mentre sull’acqua abbiamo il frullaprua e dacron…insomma
cerchiamo di salvare il salvabile per rendere la barca regatabile. Nel metre che
faticosamente sbarchiamo pesantezze, ti vien fuori una giornatina niente
male, e così su due piedi decidiamo di
uscire a fare due manovre due.
Stiamo fuori un paio d’ore, bolina-poppa-bolina-poppa e
tutti a casa. Il vento è una specie di scirocco anche bello pimpante, 10-12
nodi di media li fa tutti senza vergogna. Più che altro è la scusa per armare
la barca ed averla già pronta domattina. Torniamo a terra alle 2, sarebbe da
andare a casa ma…il sabato lo squaron esce di solito alle 2:30-3 quasi quasi
vediamo se il vento regge.
Il vento regge, in calo ma regge ad intensità di
governo per altre 3 ore, che passo in mare insieme ai laseropodi. Esco col
preciso intento di fare manovre, non c’è l’aria che vorrei ma è meglio di
niente: se non altro nella prima parte dell’allenamento si sta al trapezietto. I
quadricipiti accusano, ma chissene, continuo a virare: l’obiettivo è
agganciarmi fuori dalla barca, cosa ancora più difficile se la posizione ideale
è dentro la barca!
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trapezietto: il tendine rotuleo ringrazia, as usual |
Verso fine allenamento (ormai si sta costantemente
sganciati, ci sono si e no 5 nodi) mi raggiunge il capo Daino e mi chiede se
posso fare da lepre a Paolino, che è l’unico standard in mezzo a dei
nanerottoli. Io stavo rientrando (obiettivo manovre non perseguibile con così
poco vento) però in fin dei conti…perché no? rimango fuori un'altra mezzora a
fare partenze e accelerazioni con Paolo che, va detto, ha un’accelerazione
migliore della mia in contender (ha anche una cinghia per schienare…) ovviamente
ogni 20 secondi ci dobbiamo fermare e ripartire, perchè io me ne vado di passo.
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ma tu guarda che bell' espressione da leprotto della Maiella |
Torniamo a terra che è praticamente buio.
Domenica, siamo belli precisi allineati e coperti: la
barca è pronta, la carena pulita e lo spi pesante giuncato. Il leggero no, ma
con le previsioni che abbiamo in mano non servirà. Sbagliato.
Il percorso della PEx2 è un triangolo a vertici fissi
non una partenza allineata vagamente ai pianeti del sistema solare, e le boe
allineate vagamente a…niente. In pratica si parte al traversone-bolina larga,
mure a sinistra preferibilmente in barca. Noi partiamo più o meno al centro,
mure a sinistra preferibilmente veloci. In partenza c’è vento, sui 12-15,
insomma è decisamente bello frizzante! La regata in sé è una corsa dei cavalli,
percorso pensato per manovrare poco (cosa voluta, in due a bordo). È più
importante far correre la barca sempre con le vele a segno. I nostri avversari
sono MAN, l’Elan 350 che sembra un class40 scalato (doppia pala del timone,
gennaker, carbonio ovunque, pure nel servizio di piatti) e Federico su un Comet36
in assetto crocieropode, che sempre per i misteri dell’ORC, sulla carta cammina
quanto noi col tuffluff (che abbiamo solo sulla carta). Vabbè basta divertirsi…
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e quand'è così..noi ci divertiamo, punto. |
Il primo lato è un monobordo mure a sinistra, con un'unica
virata per imbroccare la boa, tutto molto facile. Va detto che chi anticipa la
virata si prende un bel vantaggio per la
minor corrente sottocosta, e noi non
siamo tra quelli. Anzi, ci tocca anche poggiare deciso dietro al Maltese (ormai
in assetto crociera credibile: le vele sono in dacron, nuove ma in dacron) per
non accorciargli la barca di un paio di metri. Morale della storia giriamo la
prima boa quarti in reale. Davanti a noi: MAN con al timone una (che poi è
Petra) che ha fatto la campagna olimpica per Londra, Malta e un X362 sport portato da un tizio (che poi
è Davide) che ha fatto la Route du Rhum. Mica cazzi. Noi al massimo abbiamo
fatto la route du ratafià e siamo andati in campagna a cogliere le olive…
Sul secondo bordo cacciamo la freccia e spettiniamo nell’ordine Malta e il
362, e accorciamo sensibilmente le
distanze su MAN. Il vantaggio di chi sta dietro: se davanti fanno una cazzata
per quando arriva a te sei già corso ai ripari, se non stai dormendo. Tipo che
ad un certo punto vediamo MAN che bolina strettissimo non arriva in boa. Noi siamo
di bolina larga. Ovvio che lì davanti da a scarso, sai cosa: iniziamo ad orzare
da adesso va’! risultato noi entriamo in boa precisi, loro hanno dovuto virare.
Noi abbiamo preparato il jibe set (be’ la versione semplificata per 2 persone,
stramba il genoa e issa sulle altre mura) loro hanno fratto la normale e hanno
strambato molto più a terra. Sommateci il discorso della corrente di prima: che
prima era un svantaggio ma adesso non più, stiamo tornando indietro. Somma pure
che durante questa strana poppa per 3-4 minuti il vento scende e ruota, e soprattutto
scende d’intensità, tanto da convincere il CDR per una riduzione. Se sommi
tutte queste belle cosette il risultato è che in reale ci hanno staccato di 3’
40” circa. Su un percorso di 8 miglia, ci sta: in fondo c’è qualche lieve
differenza di armo, anche se entrambi siamo invelati Montefusco:
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quasi uguali eh? |
All’arrivo noi stiamo affiancati ad un Comet 51 con un
bel gennakerone rosso e tagliamo
praticamente insieme una linea lunga si e no 10 metri (sorvoliamo su questo
dettaglio…) noi per tagliare dobbiamo strambare, ma siccome ormai siamo
veramente vicini passiamo solo la randa tenendo il tangone mooolto quadrato
sottovento:stare lì davanti a cincischiare non vale neanche la pena.
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quanto sei bella Jessica! |
Ad un
certo punto, dopo aver tagliato, il cometone è talmente vicino che potevamo
stringerci la mano, e da bordo ci fanno:
C51 (leggera punta di panico a bordo, velona tendente
all’ingestibile?): "ci date acqua per strambare…oh ci dai acqua siamo sotto
gennaker!"
Noi (con alzata di spalle esplicativa): "e noi abbiamo
lo spi! (e non sappiamo neanche su che mure....ehm...)"
Per la serie vogliamo fare a chi deve fare la manovra
più complicata?
Poi in un modo o nell’altro tiriamo giù tutto e filiamo
in porto, dove ci attendono la pappa e le classifiche: Primi! Incredibilmente primi!
Settimana prossima si chiude la partita ma non sarà un
cazzo facile replicare…certe botte di culo capitano una volta l’anno.
Le foto sono una courtesy del Marialuisa Cichella on
the gommon photostudio che mentre ci fotografava mi ha pure intimato di non
distrarmi e continuare a guardare le vele, pensa te che fotovelista seria :-)
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