lunedì 2 febbraio 2015

Pescara x 2 - primo tempo: fatto tanto!

Sabato, ci troviamo in mattinata per scaricare la barca, a bordo abbiamo ciarpame di vario tipo e natura che pesa e basta. Mettici pure che per i misteri dell’ORC noi sulla carta abbiamo il tuffluff e millemila vele in carbonio, mentre sull’acqua abbiamo il frullaprua e dacron…insomma cerchiamo di salvare il salvabile per rendere la barca regatabile. Nel metre che faticosamente sbarchiamo pesantezze, ti vien fuori una giornatina niente male,  e così su due piedi decidiamo di uscire a fare due manovre due.
Stiamo fuori un paio d’ore, bolina-poppa-bolina-poppa e tutti a casa. Il vento è una specie di scirocco anche bello pimpante, 10-12 nodi di media li fa tutti senza vergogna. Più che altro è la scusa per armare la barca ed averla già pronta domattina. Torniamo a terra alle 2, sarebbe da andare a casa ma…il sabato lo squaron esce di solito alle 2:30-3 quasi quasi vediamo se il vento regge.
Il vento regge, in calo ma regge ad intensità di governo per altre 3 ore, che passo in mare insieme ai laseropodi. Esco col preciso intento di fare manovre, non c’è l’aria che vorrei ma è meglio di niente: se non altro nella prima parte dell’allenamento si sta al trapezietto. I quadricipiti accusano, ma chissene, continuo a virare: l’obiettivo è agganciarmi fuori dalla barca, cosa ancora più difficile se la posizione ideale è dentro la barca!
trapezietto: il tendine rotuleo ringrazia, as usual
Verso fine allenamento (ormai si sta costantemente sganciati, ci sono si e no 5 nodi) mi raggiunge il capo Daino e mi chiede se posso fare da lepre a Paolino, che è l’unico standard in mezzo a dei nanerottoli. Io stavo rientrando (obiettivo manovre non perseguibile con così poco vento) però in fin dei conti…perché no? rimango fuori un'altra mezzora a fare partenze e accelerazioni con Paolo che, va detto, ha un’accelerazione migliore della mia in contender (ha anche una cinghia per schienare…) ovviamente ogni 20 secondi ci dobbiamo fermare e ripartire, perchè io me ne vado di passo.
ma tu guarda che bell' espressione da leprotto della Maiella
Torniamo a terra che è praticamente buio.
Domenica, siamo belli precisi allineati e coperti: la barca è pronta, la carena pulita e lo spi pesante giuncato. Il leggero no, ma con le previsioni che abbiamo in mano non servirà. Sbagliato.  
Il percorso della PEx2 è un triangolo a vertici fissi non una partenza allineata vagamente ai pianeti del sistema solare, e le boe allineate vagamente a…niente. In pratica si parte al traversone-bolina larga, mure a sinistra preferibilmente in barca. Noi partiamo più o meno al centro, mure a sinistra preferibilmente veloci. In partenza c’è vento, sui 12-15, insomma è decisamente bello frizzante! La regata in sé è una corsa dei cavalli, percorso pensato per manovrare poco (cosa voluta, in due a bordo). È più importante far correre la barca sempre con le vele a segno. I nostri avversari sono MAN, l’Elan 350 che sembra un class40 scalato (doppia pala del timone, gennaker, carbonio ovunque, pure nel servizio di piatti) e Federico su un Comet36 in assetto crocieropode, che sempre per i misteri dell’ORC, sulla carta cammina quanto noi col tuffluff (che abbiamo solo sulla carta). Vabbè basta divertirsi…
e quand'è così..noi ci divertiamo, punto.
Il primo lato è un monobordo mure a sinistra, con un'unica virata per imbroccare la boa, tutto molto facile. Va detto che chi anticipa la virata  si prende un bel vantaggio per la minor corrente sottocosta,  e noi non siamo tra quelli. Anzi, ci tocca anche poggiare deciso dietro al Maltese (ormai in assetto crociera credibile: le vele sono in dacron, nuove ma in dacron) per non accorciargli la barca di un paio di metri. Morale della storia giriamo la prima boa quarti in reale. Davanti a noi: MAN con al timone una (che poi è Petra) che ha fatto la campagna olimpica per Londra, Malta  e un X362 sport portato da un tizio (che poi è Davide) che ha fatto la Route du Rhum. Mica cazzi. Noi al massimo abbiamo fatto la route du ratafià e siamo andati in campagna a cogliere le olive…
Sul secondo bordo cacciamo la freccia  e spettiniamo nell’ordine Malta e il 362,  e accorciamo sensibilmente le distanze su MAN. Il vantaggio di chi sta dietro: se davanti fanno una cazzata per quando arriva a te sei già corso ai ripari, se non stai dormendo. Tipo che ad un certo punto vediamo MAN che bolina strettissimo non arriva in boa. Noi siamo di bolina larga. Ovvio che lì davanti da a scarso, sai cosa: iniziamo ad orzare da adesso va’! risultato noi entriamo in boa precisi, loro hanno dovuto virare. Noi abbiamo preparato il jibe set (be’ la versione semplificata per 2 persone, stramba il genoa e issa sulle altre mura) loro hanno fratto la normale e hanno strambato molto più a terra. Sommateci il discorso della corrente di prima: che prima era un svantaggio ma adesso non più, stiamo tornando indietro. Somma pure che durante questa strana poppa per 3-4 minuti il vento scende e ruota, e soprattutto scende d’intensità, tanto da convincere il CDR per una riduzione. Se sommi tutte queste belle cosette il risultato è che in reale ci hanno staccato di 3’ 40” circa. Su un percorso di 8 miglia, ci sta: in fondo c’è qualche lieve differenza di armo, anche se entrambi siamo invelati Montefusco:
quasi uguali eh?
All’arrivo noi stiamo affiancati ad un Comet 51 con un bel gennakerone rosso  e tagliamo praticamente insieme una linea lunga si e no 10 metri (sorvoliamo su questo dettaglio…) noi per tagliare dobbiamo strambare, ma siccome ormai siamo veramente vicini passiamo solo la randa tenendo il tangone mooolto quadrato sottovento:stare lì davanti a cincischiare non vale neanche la pena.
quanto sei bella Jessica!
Ad un certo punto, dopo aver tagliato, il cometone è talmente vicino che potevamo stringerci la mano, e da bordo ci fanno:

C51 (leggera punta di panico a bordo, velona tendente all’ingestibile?): "ci date acqua per strambare…oh ci dai acqua siamo sotto gennaker!"
Noi (con alzata di spalle esplicativa): "e noi abbiamo lo spi! (e non sappiamo neanche su che mure....ehm...)"

Per la serie vogliamo fare a chi deve fare la manovra più complicata?
Poi in un modo o nell’altro tiriamo giù tutto e filiamo in porto, dove ci attendono la pappa e le classifiche: Primi! Incredibilmente primi!
Settimana prossima si chiude la partita ma non sarà un cazzo facile replicare…certe botte di culo capitano una volta l’anno.


Le foto sono una courtesy del Marialuisa Cichella on the gommon photostudio che mentre ci fotografava mi ha pure intimato di non distrarmi e continuare a guardare le vele, pensa te che fotovelista seria :-)

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