Il terzo e
ultimo giorno, quello in cui si decidono le sorti del campionato.
Terzo e ultimo
giorno in cui la perturbazione scarica dal mattino una bella sleppa di vento (sui
20 fattibilissimi noti, se sei nato sul Garda) che alzano un’onda rispettabile in spiaggia. Complice l’uscita
nel canale stretto e inevitabile e i frangenti determinati dall’onda di cui sopra ci fanno
stare a terra.
I pesi massimi,
che finora hanno sofferto nelle ariette, agognano riscatto e vorrebbero andare
fuori, minimizzano e mugugnano, tirano in ballo l’europeo di Kinshasa del 1938
che si regatò con 43 nodi più raffiche, che se stavamo a Mademblik eravamo già
alla seconda prova ed era buono a sinistra del campo, ecc. ecc.
Insomma il repertorio completo dei mugugnatori lacustri al completo.
Mentre che siamo lì a rimirar l'inifinto, le nuvole e le onde sento storie di gente che per rientrare con i frangenti nell'ordine:
- ammaina tutto (e perdi governo)
- toglie il timone (e perdi definitivamente capacità di governo)
- si butta in mare e regge la barca dallo strallo, facendo di sè ancora galleggiante.
strano ma potrebbe funzionare, prendo nota mentalmente.
il mare cala (poco) il vento cala (tanto) piove un po' poi esce il sereno, poi una strana di combinazione di eventi meteo ma nessuna di queste combinazioni è più convincente della promessa della porchetta prima dopo e durante la premiazione.
Risultato: il CdR ci lascia a terra e tale sarà l’esito del campionato: la classifica
provvisoria diventa definitiva e per quest’anno la stagione finisce così.
A terra.
con la porchetta in mano.
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