Il sabato prima della prima zonale c’è un
vento e un mare da kite, quindi nisba.
Domenica, il giorno della regata, c’è un
vento e un mare da kite ma un po’ meno, quindi dopo alcune indecisioni si va.
Le alcune indecisioni sono state:
- che mezzi mettiamo in acqua (la barca
comitato non può uscire dal porto con questa onda) si usano i gommoni?
- Chi ci mettiamo su questi mezzi?
- È possibile navigare in queste condizioni
(15-20kts e onda di un metro abbondante)?
- Che percorso facciamo?
Il comitato per dimostrare la sua buona
volontà, risponde prontamente a tutti i quesiti, nel seguente modo:
- Andiamo con i gommoni! previa visione
collettiva dei video della VOR ai 40 ruggenti per farsi coraggio (eroici perché
fa un freddo porco e ci si bagna)
- Ci mettiamo chiunque sia disponibile
(istruttori, passanti, simpatizzanti e affini)
- Le condizioni sembrano proibitive: per
verificarlo mandiamo fuori un ragazzo, se torna con un ramoscello d’ulivo in
bocca allora si regata. Mandano fuori il prescelto (Paolino Lachi, ad oggi 1.85
per 84 kg, si allena 8 giorni a settimana, ‘na volta era paolino…) che va,
bolina, stramba, plana si diverte e torna indietro aggiungendo: muovetevi che
se cala il vento con quest’onda diventa una tragedia.
- Il percorso prescelto dopo minuti 48 di
interrogazioni parlamentari è il bastone cortissimo, per ragioni di sicurezza
(meno boe =meno posaboe più assistenza agli inesorabili scuffiati)
Da questo momento al “barche in acqua” passa
un’altra ora e mezza di intelligenza a terra. ‘Nzomma per l’una e mezza stiamo
per mare, non prima che io abbia tolto mezzo giro di sartie basse ogni mezz’ora
per depotenziare il mezzo e che Federico
abbia vinto il premio sfiga dell’anno, grazie ad un abile combinazione di
avarie occorse mentre metteva la barca in acqua: prima la drizza randa che si
stucca e poi la barca che viene sfondata da un contatto fortuito mentre
sistemavamo i carrelli (onda +barche vicine+casino+sfiga, ma tanta). Risultato,
un buco grande quanto una moneta da 2 euro.
Dopo questa disavventura inizia la parte
regatosa. Io passo la prima mezzora (che corrisponde a quasi tutta la prima
prova…)in bamba totale, ci saranno 15 nodi e faccio fatica a virare. Poi per
fortuna la cosa migliora. Prima prova parto un po’ timido, tra l’altro è un
buono pazzesco in boa, talmente buono che a momenti non riesco a tagliare.
Talmente buono che sarebbe da fare un maxi bordo mure a sinistra e poi virare
in lay, cosa che nelle intenzioni faccio, ma nella pratica viro dopo eoni:
giusto il tempo di mettere in chiaro la testa dopo la partenza.
Il mio problema principale per tutta la
giornata è stato che la scotta randa mi si è inzippolata nella scassa finendo
trascinata sottacqua, nelle migliori delle occasioni addosso al timone. Il
tappo copri deriva non è ancora pronto, mannaccia a me e al mio perfezionismo.
Prima bolina giro terzo, anche moderatamente
distaccato, faccio fatica a tenere la barca in assetto, isomma un casino. Per
fortuna ci pensa marco a riaprire la partita con una scuffia molto plastica
esattamente sulla boa. Io giro largo perché onestamente non so dove sia lui o
il suo albero, ma lo passo e filo via di poppa (che poi è molto monobordo e
traversa come poppa) per una questione di karma io scuffio di bolina, perché la
scotta maledetta mi si incastra nella scassa di cui sopra e nel cercare di
liberarla apro tutto e mi tiro la barca al vento…deficiente.
La prima prova piuttosto incolore finisce con
me terzo con distacco ragionevole nei confronti di Marco, abissali nei
confronti di Guido, che porca paletta, naviga sempre perfettamente piatto e con
la vela immobile. Io non so come faccia ma lo voglio fare pure io!
La seconda prova la corriamo con un vento in
calo (sui 10 nodi) e la stessa onda di prima. Io infilo una partenza dalla
parte sbagliata (in barca, ma il campo è tutto sinistro) ma libero sparato e in
tempo. Guido Parte in boa e se ne va, Marco me lo trovo mure a sinistra e mi
poggia dietro.
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un incrocio che vale un posto in classifica! |
Dopo poco viro per tenerlo in controllo, in
queste condizioni cammino un po’ meglio, e lo tengo dietro per tutta la regata,
che obbiettivamente è un po’ monobordo e corta. Risultato: uno a uno palla al
centro, chiudiamo a pari punti ma la sequenza fa essere me secondo e lui terzo.
Guido ci aspetta a terra, da mo’ che è arrivato…
Per la cronaca il campo era talmente corto
che il tempo della nostra prima bolina +prima poppa corrispondeva grossomodo al
tempo per mettere su una partenza dei laser (magari con un primo ripetitore) in
pratica siamo arrivati alla boa di poppa /partenza con questa muraglia di vele
mure a dritta che stavano in piena accelerazione da partenza. Thrilling, emmò
dove passo?
Di riffa e di raffa in un’ora e mezza è tutto
finito, torniamo a terra per il solito rituale pasta&premiazione.
Mare schifoso, vento carino, pochi laschi,
medaglietta. Tutto sommato è un inizio.
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