giovedì 5 marzo 2015

Poche ma buone

Poche ore in mare ma buone, è uscito fuori il vento giusto per fare tutto quello che dovevo.
Andiamo con ordine: sabato brucio la giornata (che sarebbe bella, sole e scirocco sui 10-15) a fare la famosa basetta in carbonio di cui parlerò in post apposito: in breve passo tipo 6-7 ore tra carte vetre, trapano, dremel, vernici protettive ecc. ecc.
Il massimo che riesco a concludere è di avere la barca pronta. Si, pronta ad essere riarmata per domenica… 
Dopo ore di polvere di carbonio, giri urgenti in macchina, silicone e cattiveria, Torno a casa con 50 sfumature di nero, roba che la mia nipotina come mi vede corre a nascondersi…
Domenica arrivo alla Lega per tempo, il vento invece è in ritardo. Pocomale, riarmo tutto e a questo punto scopro (prevedibile in effetti) che lo spessorino carbonioso manda all’aceto tutte le centre finora eseguite, quindi mi metto lì buono buono a ritrovare le tensioni giuste. Ci metto circa un’ora, facendo con calma chiacchierando del più e del meno, anche il laser armano pigri e sonnacchiosi…
Per l’una il vento c’è e quindi usciamo: usciamo io e il supercazzut squaron, i contender oggi assenti. Pazienza tanto voglio solo provare tutte le piccole modifiche e vedere che non si sbatruccoli niente, insomma la prova generale della regata di domenica prossima.
Nell’ordine:
  1. il carbotappo è troppo fatticcio e fa fatica a entrare nell’apposita sede
  2. il velcro per il moschettone della scotta è loffissimo, me lo perdo per strada
  3. il resto più o meno è come l’ho lasciato

per cui ci siamo quasi.
dai, è una bella vita
In mare oltre notare tutte queste cosette, faccio una serie di manovre cercando di passare per un velista, le virate mi sembrano migliori e forse ho capito perché la scotta tende all’incastro con così alta frequenza: il boma passa piano perché si incastra su di me. Facile: basta diventare bidimensionale in fase di virata!
bidimensionale appunto!

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