Se è vero che
la notte porta consiglio, nel nostro caso il consiglio è stato metabolizzato
giusto in tempo per l’ultima prova. D’altra parte gestiamo la questione
auto&carrotraino col più alto acume mai visto: preleviamo il carro
presterrimo, lo portiamo al circolo e lo infiliamo in un astuto pertugio, idem
la macchina. Il tutto mentre gli organizzatori cercavano di impedircelo, perché
“se tutti portano i carrelli, qui è un casino!” vero, ma un conto è un
catafalco di un circolo che porta 22 420, un conto è il nostro misero
carrelluccio. Insomma ci inventiamo un paio di balle, se interrogati
fischiettiamo distratti e ce la caviamo così.
La giornata
velica inizia con una bella intelligenza a terra che ci tiene fermi per un paio
d’ore rispetto alla tabella di marcia. I più brillanti dei quattrevventopodi
interpretano al meglio l’atmosfera del momento, quel misto di adrenalina ed
eccitazione che precede l’inizio delle regate:
Noi, che non
vogliamo sprecare il nostro tempo, passiamo queste ore a ripassare i
fondamentali, si sa mai che ci capiamo qualcosa:
Pagina 52: conduzione con vento leggero |
Poi ci
mandano in mare, con un aria paragonabile per tristezza e intensità ai peggiori
momenti di ieri. Wow che culo…
Vabbè regata
sprecata per sprecata almeno cerchiamo di capire come si porta ‘sta barca.
Due prove
dopo ancora giriamo trentesimi, nulla di risolto e ormai sono quasi le 16:00. Ovviamente
ci fanno partire per l’ultimissima prova che manca un minuto all’orario
limite, e qui ci giochiamo il tutto per
tutto: prebend a palla, bordo sparato a destra dopo una partenza da dimenticare
(collisione-casino-poggiare mure a sinistra) arriviamo in boa nei 12-14. Ci
sarà quel nodo in più di prima e/o navighiamo costantemente in aria libera
fatto sta che abbiamo finalmente un passo umano. Probabilmente in mezzo alla
flotta non dureremmo molto, perché la prua è scarsa, ma qui lontano da tutto e
tutti possiamo almeno fare velocità.
Reggiamo
botta più o meno per tutto il percorso, salvo il lasco dell’arrivo dove ci
rollano in tre: odio puro, non riusciamo ad orzare quanto gli altri con lo spi
a riva e la velocità ne risente. Navighiamo nei rifiuti in pratica…
Ci sarà da
lavorare su questo specifico aspetto, il lasco ad orzare (dalla poppa al lasco
con annessa boa) è dove perdiamo un sacco. Probabilmente se il giro di boa
parte male, chi si prende l’interno ci fa scadere e una volta scaduti ne
approfittano anche le successive 15 -16 barche.
Insomma
chiudiamo 16 e sappiamo che dobbiamo ripartire da qui.
Il resto
della regata, con ottimismo, non lo consideriamo.
eddai, 16 su 35 non è male!
RispondiEliminauna prova
RispondiEliminail totale di BFD 30 29 30 16 fa 30/35 che non è proprio il massimo della vita
l'importante è chiudere in crescita, avete preso le misure alla flotta e alla barca per quelle condizioni.
RispondiEliminathink positive!