mercoledì 26 marzo 2014

Seconda nazionale – secondo giorno

Se è vero che la notte porta consiglio, nel nostro caso il consiglio è stato metabolizzato giusto in tempo per l’ultima prova. D’altra parte gestiamo la questione auto&carrotraino col più alto acume mai visto: preleviamo il carro presterrimo, lo portiamo al circolo e lo infiliamo in un astuto pertugio, idem la macchina. Il tutto mentre gli organizzatori cercavano di impedircelo, perché “se tutti portano i carrelli, qui è un casino!” vero, ma un conto è un catafalco di un circolo che porta 22 420, un conto è il nostro misero carrelluccio. Insomma ci inventiamo un paio di balle, se interrogati fischiettiamo distratti e ce la caviamo così.
La giornata velica inizia con una bella intelligenza a terra che ci tiene fermi per un paio d’ore rispetto alla tabella di marcia. I più brillanti dei quattrevventopodi interpretano al meglio l’atmosfera del momento, quel misto di adrenalina ed eccitazione che precede l’inizio delle regate:
talmente eccitati che preferiscono la pubblica crocifissione a questo supplizio con 4 nodi
Noi, che non vogliamo sprecare il nostro tempo, passiamo queste ore a ripassare i fondamentali, si sa mai che ci capiamo qualcosa:

Pagina 52: conduzione con vento leggero
Poi ci mandano in mare, con un aria paragonabile per tristezza e intensità ai peggiori momenti di ieri. Wow che culo…
Vabbè regata sprecata per sprecata almeno cerchiamo di capire come si porta ‘sta barca.
Due prove dopo ancora giriamo trentesimi, nulla di risolto e ormai sono quasi le 16:00. Ovviamente ci fanno partire per l’ultimissima prova che manca un minuto all’orario limite,  e qui ci giochiamo il tutto per tutto: prebend a palla, bordo sparato a destra dopo una partenza da dimenticare (collisione-casino-poggiare mure a sinistra) arriviamo in boa nei 12-14. Ci sarà quel nodo in più di prima e/o navighiamo costantemente in aria libera fatto sta che abbiamo finalmente un passo umano. Probabilmente in mezzo alla flotta non dureremmo molto, perché la prua è scarsa, ma qui lontano da tutto e tutti possiamo almeno fare velocità.
Reggiamo botta più o meno per tutto il percorso, salvo il lasco dell’arrivo dove ci rollano in tre: odio puro, non riusciamo ad orzare quanto gli altri con lo spi a riva e la velocità ne risente. Navighiamo nei rifiuti in pratica…
Ci sarà da lavorare su questo specifico aspetto, il lasco ad orzare (dalla poppa al lasco con annessa boa) è dove perdiamo un sacco. Probabilmente se il giro di boa parte male, chi si prende l’interno ci fa scadere e una volta scaduti ne approfittano anche le successive 15 -16 barche.
Insomma chiudiamo 16 e sappiamo che dobbiamo ripartire da qui.

Il resto della regata, con ottimismo, non lo consideriamo.

3 commenti:

  1. una prova
    il totale di BFD 30 29 30 16 fa 30/35 che non è proprio il massimo della vita

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  2. l'importante è chiudere in crescita, avete preso le misure alla flotta e alla barca per quelle condizioni.
    think positive!

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