Week end in
cui sostanzialmente abbiamo scazzato al prima zonale laser e mi sono allenato
in 470 con Ugo. Mai fatta scelta migliore.
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Dedico questa lapide commemorativa a chiunque presti le sue giovini e forti braccia alla mia causa… |
Sabato il
menù prevede il consueto allenamento ad ora pranzo, io arrivo di solito qualche
minuto prima per iniziare ad armare, in modo da ottimizzare le ore disponibili:
oggi sembra inutile, visto che la manica a vento è moscia che più moscia non si
può.
Visto che per
pura e fortuita combinazione ci sono in giro un po’ di giovini e forti braccia
di proprietà di amici, ne approfitto per scuffiare a terra e cambiare drizza
randa (bellissima, melangissima, impiombatissima), un po’ di elastici in giro e
varie ed eventuali.
Dopodichè,
vista l’insistente e sconveniente bonaccia ripieghiamo su un programma numerico
invece che manovristico: centre.
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Tanto prima o poi andavano fatte… |
Rivoluzioniamo
un po’ tutto: piede avanti e pedalare e studiamo in maniera definitiva l’uso del
puller, quantificando la correlazione valore palline/prebend per ogni assetto.
Allo scadere
del termine ci mancano ancora 2 assetti (vento forte e sopravvivenza) ma per
oggi basta, chiudiamo tutto e ci vediamo domani.
Domani, una
giornata che sembra iniziare in maniera mooolto poco promettente. Ventone,
ondona, nuvoloni neri che minacciano pioggia. Noi con molta timidezza ci
mettiamo con la barca ridossata e facciamo la centra da vento forte che ancora
ci mancava -guardacaso quella necessaria per uscire- prendiamo le misure e
quatti quatti ci andiamo a cambiare. Poi
con piglio deciso ed eroico salutiamo i presenti, dichiariamo con voce
stentorea le nostre ultime volontà (nominare Erede universale suo figlio per
Ugo, Nessuno osi liberarsi della mia collezione di foto di code di cavallo
sfocate per me) e andiamo in acqua.
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Il mio pezzo più raro, un capolavoro unico e irripetibile |
Il programma
sarebbe di raggiungere la flotta laser che va in acqua per la prima regata
zonale dell’anno, su un gommone assistenza ci dovrebbe essere anche Elvira che
ci da un occhiata. In verità usciamo da soli perché è stato emesso un avviso di
burrasca e quindi dall’altra parte del fiume tutti a terra. Ci buttiamo in
acqua un po’ timorati, per scoprire dopo poco che in fondo non è così male J ok, è nuvolo
e piove; ok, fa freddo; però in fin dei
conti tutto ‘sto ventone non sembra esserci, saranno 15-17 nodi +raffiche… (che
poi una barca altura di amici ha misurato 20-25, la stessa che ha segnato 52 il
giorno del disastro: anemometro pompato?)
Iniziamo a
lavorare e sulle prime sembra di aver fatto un passo indietro rispetto all’ ultima
uscita: siamo lenti impacciati, poco soddisfatti e ancor meno soddisfacenti. Io
personalmente faccio molta fatica a virare, la combinazione boma basso &
stagna ingombrante è micidiale. Però in
un modo o nell’ altro iniziamo a mettere a punto i nostri errori, e ci lavoriamo
su a tutte le andature: e alla fine il miracolo: no, non riusciamo a strambare
bene, semplicemente esce pure il sole e il vento crolla (il mare no ovviamente…che
culo). Già che ci siamo cambiamo centra in acqua e ci settiamo da vento medio-leggero
e ripartiamo con un trapezietto spaccagambe, quello che io odio e che devo
dire, mi esce piuttosto male. Per fortuna dura poco: tempo 15 minuti e il vento
ricomincia a salire sempre da NW, verso i 10 nodi in progressivo aumento, ma
ora c’è il sole e il mare è un po’ al traverso: Poppa difficile, ma bolina wow!
Facciamo ancora un paio di bordi in queste condizioni e poi puntiamo a casa,
preciso in orario per il pranzo domenicale…sarebbe da restare fuori un altro po’
ma ho promesso la mia presenza ad un orario decente (le 2 è decente, le 3:30
no, al tramonto…decisamente no).
E quindi
niente, la nostra strada verso la quattroesettantitudine continua.
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