Ultimo week end di questo campionato autunnale, ce la
giochiamo in 4: noi, e altre tre barche con le vele in carbonchio.
Noi, che per l'occasione siamo in sottonumero,
ingaggiamo al volo Enrico il Bagnino, che in quanto laserista palestrato viene
immediatamente randizzato. Manca anche il mio chierichetto, quindi dovrò
celebrare messa da solo lì davanti. Per nostra buona sorte c'è poco vento quindi
è tutto molto slooow, facile.
Prima di partire per ‘sta benedetta prova ci tocca aspettare
un bel po’, e inseguire la barca giuria alla ricerca del vento fantasma per un
bel pezzo di adriatico. Ma alla fine, nel primo pomeriggio lo scirocchino si
stabilizza e riusciamo a fare una prova (dopo una prima procedura annullata per
immobilità delle barche) Partiamo comodi, nessuno tira la partenza, ci
scegliamo il bordo e andiamo. Il campo è corto&storto, ma storto assai. Prima
bolina davanti, prima poppa idem. L’issata andrebbe fatta in gybe set ma
siccome che siamo pochi e rattoppati facciamo la solita e strambata appena
possibile: complice una rotazione del vento in pratica è un bordo di lasco
stretto, quasi quasi conveniva il genoa. Però filiamo in boa dritti sparati e
ammainiamo da manuale, da sottovento: la rotta è talmente alta che qualsiasi
altra manovra costringerebbe a strusciare Jessica (il nuovo curvoso fiammante
spi rosso) su mezzo rigging.
Durante la seconda bolina vado sotto a rifare lo spi e
a girare il circuito, e in quel mentre in pozzetto giustamente vanno per
fratte: complice l’assenza del mio acuto sguardo in coperta alla ricerca delle
boe, puntano dritti alla layline per la categoria relax, OVVIAMENTE il primo ad
accorgermene sono io quando torno in coperta…Ma ormai è tardi e il maltese
maledetto si è infilato sagacemente nel varco. Non solo, nel poggiare per
prendere l’altra boa (la nostra) richiamo addirittura di non prenderla a causa
del vento girevole!
Insomma 10 minuto che non sto in coperta e questi
mandano all’aceto una possibile vittoria…ovviamente è colpa del prodiere, anzi
ancora meglio: è colpa del chierichetto assente, che di solito resta di vedetta
se io ho da fare qualcosa sottocoperta.
Per inciso il resto della bolina e della successiva
poppa (a vele bianche tra la bolina larga e il traverso per quanto è storto il
campo) il mastro comandante lo passa a bofonchiare a mezza voce “checcoglione..”
intervallato dal più classico “che cazzo, la boa sbagliata!”. In pratica è il
suo mantra.
Risultato (diramato come da tradizione ORCi alcuni
giorni dopo) noi secondi, i meltesi primi per manco un minuto, i cattivoni che
non perdono un colpo non pervenuti…li abbiamo incrociati a metà poppa che loro
erano a metà bolina…
Domenica, niente di fatto per presunto maltempo:
giornata piovosa, fredda ventosa, marosa…insomma figurati se ci facevano
uscire!
Quindi salvo strani imprevisti dovremmo essere secondi,
per il secondo anno di fila.
Nun c’è ‘gnente da fa.
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