venerdì 21 giugno 2013

IV nazionale – secondo giorno

La mattina del secondo giorno vede delle condizioni di arietta e sole, finalmente sembra estate. Armiamo senza particolari invenzioni, prepariamo tutto, insomma facciamo il compitino per bene  ma senza esagerare.
In acqua navighiamo la prima prova con un peletto di aria in più di ieri, e abbiamo l’impressione di navigare di più nel gruppo: le prime boline sono sicuramente da metà classifica bassa, peccato che siamo vittime inconsapevoli di un acume tattico degno di un bradipo narcotizzato. Di poppa limitiamo i danni (ma anche qui giri di boa da scuola vela) le seconde boline sono ormai sfide per chi non arriva ultimo. Questo per le prime due prove.
Se poi ci aggiungi che non partiamo manco a morire e chiaro che le nostre regate non brillino dal punto di vista dei risultati.
la più classica delle nostre bradipee partenze
ecco cosa intendo quando dico "navigare nello stretto"
La terza prova è una storia diversa. Il vento inizia a salire, la prima bolina è da trapezietto, la seconda è da trapezio steso: in queste condizioni abbiamo per certo più velocità è facciamo anche più cazzate dal punto di vista della gestione della flotta. Il risultato non cambia, sempre intorno ai 35.
siamo belli da vedere ma niente più di questo...uff
Il ritorno ovviamente è la più classica delle quarte prove del golfo di Gaeta: bolina secca e dura con vento ulteriormente salito, nell’ordine dei 15-18 nodi.
A terra mentre smontiamo facciamo un po’ di cazzeggio e un po’ di debriefing, io riparto con le seguenti certezze:
  1. in flotte numerose facciamo grossolani errori tattici (tipo ad esempio virare sotto una muraglia cinese-malese di vele)
  2. non partiamo
  3. non abbiamo velocità nel range 0-6 nodi.
  4. Di poppa è un po’ meglio come velocità


una poppa: dove più o meno camminiamo, più o meno
Insomma ci sarebbe molto da lavorare…ci sarebbe.
Ma non ci sarà.

photo courtesy del fotografo ufficialissimo (gianluca di fazio) e di quello ufficiale (il canaccini)

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