Per
intercessione divina (o forse a furia di madonne, dipende se avete ceduto al
lato oscuro) domenica mattina non piove e a tratti c’è anche il sole.
Il vento è
sempre leggero, la direzione –secondo il locals- non è quella giusta ma noi non
siamo locals e quindi ce ne freghiamo. Non piove, c’è vento quasi trapeziabile:
in pratica rispetto a ieri è il paradiso.
In quest’atmosfera
paradisiaca io armo il mezzo e mi preparo pronto con la lunga (e mi sfiato,
quasi quasi ci vorrebbe il maledetto mutino…), Guido prova il tutto per tutto
con la Wave.
In acqua il
vento latita e ci mettiamo un paio d’ore di ciondolamenti prima di avere un
campo di regata decente e pronto all’uso: il CDR fa del suo meglio, ma se non c’è
vento non è che ti puoi inventare chi sa che. Lo dice pure la Sensini nella
pubblicità…(che tra l’altro la Sensini è di qua
e quindi è una locals: se non lo sa lei!)
Alla fine ci
danno una partenza con 6-7 nodi, io riesco a partire quasi decente per una
volta e passo tutta la prima bolina a ripetermi: POGGIAPOGGIAPOGGIAPOGGIA…[]
Pare che
funziona. Giro nei 10-12, faccio un po’ di casini di rotta al lasco e perdo
qualcosa, ma di bolina reggo botta. Far correre la barca, ecco il segreto. Interessante
scoprirlo dopo 15 anni di vela nel campo di regata più leggero d’Italia…mangio
pane e volpe la mattina, si sa.
Di poppa guardo
attentamente il mio avversario principale: il giudice della 42. Non lo so se li
scelgono tutti così ma i giudici della 42 sono tutti degli sceriffi dal
grilletto facile, appena ti gratti un orecchio parte la cazzo di bandierina
gialla. Finché il giudice è girato di schiena io rollo come se non ci fosse un
domani, che mi sto ingarellando con ITA 20 che pure lui non scherza.
Ad un certo
punto sentiamo un fischio: io e lui immobili come statue, contemporaneamente.
Un terzo
poveruomo è stato sanzionato, non tiriamo un sospiro di sollievo, ci mettiamo a
ridere e riniziamo il duello.
Che purtroppo
per me vince lui, comunque siamo sempre lì in mezzo alla flotta.
Seconda prova
molto simile, l’aria adesso è stabile sugli 8, trapezio fisso di bolina e io
più o meno confermo la prestazione, complice anche ua seconda bolina
spettacolare che inizia con un giro di boa in cui infilo una barca al volo,
tanto per gradire.
Nel frattempo
il Ciccottino ha raccolto per strada un 1 e un 4: forse forse che ‘sta wave vecchia
di 7 anni è la vela giusta?
Ultima prova
della serie, sale il vento. Sulla spiaggia si iniziano a vedere i kite il che
vuol dire almeno 13 nodi. Decido di partire tranquillo, mi cerco uno spot a
centro linea poco frequentato e allo zero sono già in velocità. Con più aria
non tanto mi fido a infilarmi negli stretti pertugi degli estremi della linea
;-)
Prima bolina
non va tanto bene, gente che di solito mi è dietro me la trovo davanti, per il
semplice fatto che non ho passo con quest’aria. In boa vedo la Oscar: pompaggio
libero, e sappiamo tutti quello che vuol dire.
Vuol dire che è
l’ultimo lasco della giornata e dell’intera regata, vuol dire che dopo non ci
sarà più nulla, vuol dire che non devo conservare le forze per qualcos’altro.
Vuol dire che
tutto quello che ho devo darlo ora.
Attacco con una
cadenza da 2 pompate a secondo e la tengo per tutto il lasco, su entrambe le
mura.
Le braccia
iniziano a fare male, ma avrò una settimana per recuperare. Ora devo solo
correre.
Tutto il mio
equilibrio passa per l’alluce di prua, passa dalla gamba all’anca al cervello e
direttamente alla mano di poppa: scendere dalle onde al lasco è la cosa più
bella del mondo, tra quelle fattibili in pubblico.
Sul lasco
recupero 3 barche.
Bolina cerco di
tenere duro, e limito le manovre al minimo sindacale per ridurre la
probabilità di errore: rimango al centro del campo e mi prendo un buon margine
per approcciare la boa mure a dritta. Passaggio boa da manuale (almeno la mia
edizione del manuale, ridotta e a fumetti per bambini…ehm…) e giù per l’ultima
poppa che, ça va sans dire, tiro alla morte per infilarne un altro.
Lasco finale e
risultato 18, quasi 17 (c’era tipo un Erasmo a caso in difficoltà che per poco non
sono riuscito a superare sulla linea).
Riflettendoci,
con l’aumentare del vento ho perso 5 barche, non è certo una bella notizia. Ho navigato
bene, senza fare errori, se non altro.
Mi sono
divertito, soprattutto.
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