Partenza
tattica da Pescara a ora di pranzo, dopo aver fatto sega al lavoro per il
pomeriggio. L’unica vera botta di culo del viaggio: in partenza e all’arrivo
non pioveva. Per tutto il resto del tempo…doccia. Al di qua e al di là degli Appennini,
senza pace. Dopo 5 ore sulla tratta Pescara –un po’ prima di Poma- Orte-Viterbo-Tuscania-Montalto
di Castro-paesini a raffica non segnati sule carte, arrivo finalmente nella Contea
e con pochi ma efficaci errori la signorina Tom mi porta a destinazione: l’approccio
finale l’ho fatto navigando a vista puntando gli alberi dei catamarani che
stazionano al circolo.
Pianto la tenda
lunare (la signora del campeggio è visibilmente brilla, io faccio il simpatico
sperando che offra ma niente) e mi ricongiungo alla tribù per la cena. Durante la
cena iniziano i dolori, non tanto per la stessa (che anzi ha un buon rapporto
qualità prezzo), ma perché inizia a piovere. Smetterà circa 17 ore dopo, vi
ricordo che sto in tenda.
La notte la
passo piuttosto umidamente a rigirarmi sul materassino gonfiabile, ad ascoltare
la pioggia e a scommettere quanto durerà ancora la tenda. Temperatura da
novembre e assetto da luglio: ottimo, se non mi becco un raffreddore stavolta
vuol dire che per anticorpi ho tanti piccoli robocop.
La mattina dopo
sono piuttosto sbauttito. Faccio la mia solita colazione hobbit e guardo la
situazione: nuvolo, pioggerellina e un cazzo d’aria.
Amen, faccio
con calma a scaricare e armare tanto prima delle 12:30 non si esce, sempre che.
A proposito: per uscire bisogna attraversare un’ oasi naturalistica di DUNE
sabbiose…alcuni dei regatanti sono stati ritrovati qui, a poche centinaia di
metri dal mare che li avrebbe tratti in salvo.Quando portiamo le barche in
acqua sembriamo la schiusura delle uova di una tartaruga marina…
In tutta la
mattinata si verifica un solo quarto d’ora di sole, ed è esattamente mentre sto
scegliendo come vestirmi: io che sono furbo, anzi furberrimo, indosso il
mutino, perchè fa caldo, è ovvio!
Fa caldo una
ceppa, la terza prova l’abbiamo fatta con 5 nodi, ondina di cazzo e pioggia
battente. Poi vai a spiegare a giudice della 42 che non stai pompando col corpo
ma sei scosso ripetutamente dai brividi! Stavolta per salvarmi più che gli
antirobocop ci vuole Rambo.
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i virus, inseguiti dai miei anticorpi in assetto antisommossa |
Tre prove il
primo giorno, due normali (con poco vento, un po’ ballerino ma normali) dove
raccolgo un 13 e un 20, frutto della mia incapacità di camminare con poca aria
(stesso di Numana...uff). La terza prova è una storia a parte: arriva un cazzo
di nuvolone nero della morte (nome tecnico del cumulonembo) che ci si piazza
sopra la testa. Ovvio che lì sotto il vento è instabile, lo so pure io.
Nonostante
questo ci fanno partire alle 5 del pomeriggio, sotto la pioggia battente per
una regata in cui si bolinerà e basta sui tre lati del percorso tanto ha girato
il vento, ridotto al primo giro per misericordia/disperazione.
Capisco la
volontà di regatare e farci regatare, ma questa prova, dopo averne fatte due e
con previsioni confortanti per la domenica, era quanto meno evitabile.
Vabbè non l’abbiamo
evitata, quelli forti comunque stanno avanti, salti o non salti, e io mi sono
morto di freddo.
Parliamo di Partenze: se decido di partire da velista, dal lato buono ecc ecc, non parto. se mi cerco lo spot libero se non altro sto sulla linea, ed è già qualcosa. a Questo punto la scelta: o uso le poche partenze a disposizione per fare pratica e mi vado a cercare i guai, o mi tengo 'sti pochi guai e penso al risultato. siccome che i risultati tanto sono quello che sono...io provo a partire.
E non ci riesco.
il fatto che solitamente la linea è storta da un lato e il campo è buono dall'altro non mi aiuta: parto in centro per fare né carne né pesce?
A terra, quasi
mollo la barca lì dov’è e mi sistemo, più che altro per rientrare in
temperatura. Nel frattempo ci organizziamo per la serata: a una certa si andrà
a cena da qualche parte.
Organizzazione
micrometrica.
E allo scoccare
della ‘na certa in punto partiamo guidati dal capogita Bordini, che conosce lui
un ristorante che gliel’ha detto una tipa de circolo.
Il ristorante è
a tre giorni di marcia verso sud.
Ogni 200 metri
il buon Ragionier Bordini ci rassicura: “Fantocci, che fa dubita? Guardi il
ristorante è vicinissimo, in pratica dietro l’angolo, organizzazione Bordini!”
per fugare ogni dubbio controlliamo ogni angolo fino alla provincia di Viterbo.
Effettivamente,
quando ormai disperavamo, salta fuori ‘sto benedetto ristorante Da Nello,
quello giusto (lungo la via ne abbiamo visti e scartati almeno una decina, non
dissimili da questo: Il casolare, Il marinaio, Il pescatore, la casetta del
marinaio, Da Gabriello, Da Lello, Il casolare di Orbetello…etc etc ).
Una volta seduti,
per prima cosa ordiniamo da bere e nell’arco della serata gli finiamo la scorta
di birra.
Ci siamo andati
piano, che domattina dobbiamo regatare.
Infine per una
pura combinazione di culo, meteorologia e umidità, appena apro la tenda per
stendermi riinizia a piovere.
(quasi) mai ‘na
gioia…
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