Io e Ugo ci abbiamo
riprovato domenica seppur con un’arietta minima sindacale, appena sufficiente
per un paio di strambe. Giusto per annusarci un po’.
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sniff sniff... |
Io passo il
più tipico dei sabati del 470ista, faccio centre sull’albero race (riassunto
della saga: fatte centre sull’albero allenamento, stuccata ghinda, scambiati
alberi per poter navigare in attesa di riparazione, fatta ghinda nuova nel
frattempo, da ripassare con la sonda) e guardo la manica a vento che punta a
terra. Timido e speranzoso mi sono portato pure la muta, che non si sa mai.
Inutile.
Domenica ci
troviamo di buon’ora, i sistemi meteo del regno sono indecisi tra il nulla
totale e l’arietta governabile: solo 3 nodi di scarto ma lì in mezzo c’è una
bella differenza. Noi nel dubbio armiamo con calma, che Ugo fa un sacco ma un
sacco di domande: ma questa drizza qui…ma se ghindi un po’ di più qua che
succede…e se tiro quo…e se premo questo pulsante rosso con scritto “AUTODESTRUKTIONEN”
che fa… (per chi non se lo ricorda la barca è di origine lanzichenecca)
Insomma mi
piace. È uno che le cose vuole capirle, e capirle bene.
Alla fine di
questa didattica sessione di armamento durata solo mezza mattinata facciamo
l’issata di prova a terra, lo spi si gonfia garrulo e rotondetto e allora
decidiamo che basta teoria: si va in acqua. Il tempo di cambiarci che il vento
inizia a morire&girare: il più classico dei classici. Andiamo lo stesso:
passiamo i primi 40 minuti a bordeggiare nel nulla (e nonostante tutto la barca
pare muoversi: corrente?) e poi entra qualcosa di stabile in intensità,
direzione in corso di definizione (ma tendente al N NW, bello freddino) che ci
permette di portare la barca come se fosse una barca, filetti a segno e tutto
il resto. Sbandata sottovento, ovviamente. L’allenamento è breve, ma manteniamo
un tasso di manovre alto per compensare: non è che ci escano un granchè bene,
ma era prevedibile. Lo stile medio è di due che vanno a spasso, quindi
decisamente meglio della media zonale (dove lo stile medio è due cecati a fa a
pretate), ma decisamente peggio della media nazionale. Se dovessi dare un voto
sarebbe un 6 d’incoraggiamento. Miglioreremo con la pratica, ma il guaio è che
io ho dimenticato molte cose di come si fa il timoniere, quindi neanche riesco
ad istruirlo a dovere. Sul dritto però andiamo dritti, che bravi ;-)
Purtroppo,
quando il vento inizia a salire e farsi divertente noi rientriamo, abbiamo irrinunciabili
e pressanti impegni familiari e quindi nisba, all’una e mezza a terra. Per
stiracchiare al limite il tempo in mare decido al volo che una volta a terra
lasciamo la barca aperta, sistemiamo solo le vele e ripasso dopo pranzo a
mettere in ordine tutto con calma, dopo il pressante impegno appunto. Noi ci
accordiamo per sabato prossimo, meteo permettendo.
Al ripasso
quando vado a lavare e coprire la barca vedo questo:
…ovviamente.
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