Sabato scorso,
giornata di scirocco vero, sui da 9 a 14 nodi a salire nel pomeriggio. Noi usciamo
verso mezzogiorno, insieme ad un paio di snipe dal piglio volenteroso.C’è l’aria
giusta per fare passo, poca onda e tanto divertimento.
Appena in
acqua per scapolare la diga siamo al traverso largo, e quindi su spi, primo
lasco della giornata al trapezietto, sono in pace col mondo.
Raggiungiamo gli
snips, facciamo bolina con loro ma non c’è gusto, troppo lenti. E allora su spi
di nuovo, lasco (breve questa volta) e poi poppa piena, scendiamo dalle onde
come dei missili (almeno spero, non ho riferimenti altrui…)
Girovaghiamo un
poì’ e vedo uno spi lontano lontano, che fa strambate su strambate. Decidiamo di
raggiungerlo, e scopro che è il j24 con
il quale, anni fa, ho iniziato a fare regate.
Ci facciamo un lungo bordo affiancati al traverso/bolina larga, fino a
quado prendiamo un paio di onde giuste, planiamo e lo lasciamo dietro. Neanche il
j24 è veloce quanto noi. Salutiamo e andiamo via, alla ricerca di qualcosa o qualcuno all’altezza, per provare due
boline.
Nel bordo di
ritorno…guarda un po’…lasco! Facciamo
pompaggio libero per 10 minuti buoni, alla fine non ci sentivamo più le
braccia, ma è giusto così: la velocità ha un costo.
Visto che
siamo in acqua da un po’, visto che siamo cotti, visto che soprattutto stiamo
morendo di fame, puntiamo dritti a casa. Ma ovviamente sulla via del mesto
rientro incrociamo Guido con il suo contender nuovo fiammante (oddio, fiammante
speriamo di no, in fin dei conti è di
legno!). Ora guido è stato forse il miglior 470ista pescarese ai suoi tempi, e
ha questa barca legno-carboniosa che non
scherza mica: eccolo quel qualcuno all’altezza. Decidiamo al volo per farci ‘ste
benedette due boline, partiamo, incrociamo e andiamo. Lui ha più velocità, noi
più prua. Lui una randa il laminato noi il solito dacron del 2006. Risultato un
incrocio siamo avanti, un incrocio siamo dietro di una lunghezza. Alla lunga ci
supera insomma.
Di bolina.
Poi poggiamo
e diamo spi. Lui cammina bene al lasco, tutta la prua fino alla deriva fuori
dall’acqua, bello da vedere. Noi pur con le braccia finite di più, camminiamo molto
di più. Alla fine salutiamo e puntiamo a terra –per davvero questa volta- dopo
tre ore e mezza di mare, di cui la metà al lasco…ehehe
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