...perchè noi ex
semiprofessionisti prima di lanciarci a capofitto sull’ Italiano master di
Pesaro facciamo una bella regata di prova: quale occasione migliore per tornare
a vigna di Valle e farsi ‘na birretta?
Il viaggio in
sé è stata una roba che fantozzi me spiccia casa [cit.], nell’ordine:
- scatta
l’allarme alla casa di campagna del timoniere, e che non vuoi passare da
Moscufo a controllare (con tutta la barca al seguito in mezzo agli ulivi, of
course)?
- Siamo talmente
furbi da partire con solo un quarto di serbatoio (macchina del timoniere, la
mia è dal meccanico, facciamo finta di niente, mi ci compravo uno spi)
- In mezzo alla
via sulla pettata di cocullo la temperatura dell’acqua va a livelli da
ebollizione: rallentiamo, ci fermiamo, ripartiamo con cautela. Da adesso fino a
domenica la macchina non supererà più i 70 km/h come misura prudenziale
- usciamo
dall’autostrada per trovare un benzinaio che non ci arriviamo al prossimo
autogrill, già che ci siamo controlliamo l’acqua e rabbocchiamo.
- La signorina
tom cicca l’uscita del GRA (del resto mappe non aggiornate, non è tutta colpa
sua..ehm…)
- Passiamo per le
fratte di Cesano (ovvio…a questo punto) attraverso alcune molto pittoresche e
molto strette strade interpoderali.
E alla fine,
stremati, arriviamo.
Il giorno dopo,
finalmente si regata. Quando entra il vento, verso le 4.
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il colpo d'occhio la mattina è si soave, ma non promette molto dal punto di vista velico... |
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però poi qualcosa inizia a muoversi: quando il presidente ghinda il fiocco è ora del caffè. |
Per motivi
inspiegabili ai più il campo di regata -corto come un campo di allenamento ai
giriboa- viene messo in zona “fratte lontane” in modo da ottenere i seguenti
vantaggi:
- vento bucato e
instabile,
- vento di minore
intensità rispetto a centro lago
- ad alcuni
giorni di navigazione verso nord rispetto al circolo
- campo corto e
stretto sulla sinistra
Vantaggi per
chi, devono ancora spiegarcelo.
In questa
suggestiva location noi iniziamo la nostra carriera agonistica con una scelte
tattiche più idiote che memoria di velista ricordi. Partiamo (male ma non così
male, diciamo che usciamo dalla linea in qualche modo) e viriamo per andare a
destra. Il resto della flotta, locali che navigano su questo lago quando ancora
si usavano i sesterzi, vanno a sinistra. Indovinate chi ha ragione? Le poppe di
questa prima prova sono dei monobordi o quasi che servono a tornare giù, l’unica
accortezza è strambare al momento opportuno per difendersi o per infilare
qualcuno. Alla boa di poppa riusciamo ad infilare un paio di barche, giusto
facendo un bel lasco stretto e sventando un paio di sprovveduti. Risultato: 12
e a parte il lasco finale, prova non proprio brillante.
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Noi, in partenza. In mezzo a una flotta di gazzelle |
Seconda prova,
partiamo ancora più bradipei della prima (e ce ne voleva…) e a causa di ciò,
mentre guardiamo la flotta andare noi ci accontentiamo dei rimasugli di aria
libera rimbalzati altrove. Però se non altro le nostre poppe sono un po’ più
lucide, e io chiamo pressione su ogni raffica. Non è che li superiamo di
velocità, ma almeno ci avviciniamo abbastanza da impostare dei giri di boa
aggressivi e infilarli. In questo il mastro timoniere sa il suo J
Dopo due prove,
quando già pregustavamo il riscatto della terza (con il nostro acume tattica,
la velocità che abbiamo e semplicemente partendo dovremmo chiudere nei 10
facile) ci mandano a terra e quindi niente: ci resta solo un malto cortese a
toglierci l’amaro dalla bocca e poi una bella cenetta in compagnia. Alle 10
siamo già in branda nella nostra casetta (upgrade del circolo rispetto alle
tende: wow!). Per fortuna i bambinetti che giocano a nàscond hanno imparato
come si fa, oppure io sono talmente stanco che non mi accorgo di niente.
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guardingo e appostato fuori dalla nostra casetta questo superbo batrace gioca anche lui a nàscond. |
Maledetti na-scond.
Il giorno dopo
sveglia ancora più tardi che tanto la barca è pure già armata.
Per par
condicio e per quello spirito avventuroso che contraddistingue i grandi marinai
decidiamo di cambiare bar e affrontare l’ignoto. Ok, abbiamo scoperto che anche
il bar a destra del circolo fa il caffè, siamo degli eroi.ma non fa i cornetti
alla nutella quindi nel mio caso degli eroi non totalmente soddisfatto della
sua colazione.
Ma torniamo in
acqua. Per decisione unilaterale dei regatanti si opta per rimuovere l’orario
limite dell’ultima partenza, e questo significa che farò tardi per cena, molto
tardi. E io che ingenuo speravo di andare al Pescara street food. Ci spariamo 3
prove con 4 partenze, una delle partenze infatti è stata annullata per richiamo
generale. Indovinate qual è stata l’unica partenza buona per noi?
La prima prova
partiamo male (nella partenza valida) ma se non altro ci sono 10-15 nodi e
quindi andiamo. Su consiglio di vince ritocchiamo l’albero per aver più prebend,
e non so se per questo motivo o se per i 5 nodi in più che rendon giustizia
alla barca comunque abbiamo velocità, finalmente. Talmente tanta velocità che
riusciamo a trovarci lo spot libero e continuiamo a navigare in fase,
magnifico. Giriamo la prima boa nei 10, forse sesti. Scendiamo col coltello tra
i denti, perché quando sei lì dopo averne prese un bel po’, se arriva l’occasione
vuoi restituirle. Arriviamo all’ultima poppa che scendiamo insieme a due barche,
di una timonata da Jok che non è proprio l’ultimo dei fessi e ce lo ricorda
difendendo l’interno e sfilandoci una posizione. Ma noi abbiamo chiuso l’altro,
totale quinti.
Finalmente.
Per le
successive due prove l’aria scende di nuovo e vuoi che sia una coincidenza vuoi
che semplicemente abbiamo avuto una botta di culo, finiamo 11 e 9. In
particolare ogni volta è lo stesso copione: partenze inguardabili (tra cui una
senza cazzare l’archetto randa…puoi partire e accelerare con meno di 10 nodi
senza l’archetto?...mah)
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ma dico io... |
boline della speranza e poppe da grido di guerra, e ogni
tanto un giro di boa cattivo in cui infiliamo 1-2 barche per volta. Il nostro
debriefing luppolato ci porta alle seguenti certezze:
- regatare è
divertente
- dobbiamo
partire. Punto.
- Di poppa va
- Di bolina va
sopra i 10 nodi
Il viaggio di
ritorno è semplicemente uno stillicidio stradale a velocità minima di governo,
intervallata da un paninetto e il rischio di acquistare un regalo sconsiderato
per la mia dolce metà:
rischio
scongiurato per fortuna, lo avrebbe amato alla follia.
per la cronaca e i freddi numeri, la classifica è qui. 11° totali, 13° i parziali del primo giorno e 7° i parziali del secondo giorni presi da soli. Trend positivo :-) eheh
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