Grazie ad
un’intercessione divina vengo svegliato da una collisione all’ormeggio alle
5:20 antimeridiane, prima dell’alba e con minacciosi nuvoloni temporaleschi in
cielo.
In breve il
barcarolo sta cercando di ormeggiare un 31 piedi accanto al mio barcoletto, ma
vuoi la stanchezza, vuoi l’ubriachitudine molesta sta cercando di farlo di
traverso. Bon, se non puoi combatterli unisciti a loro, quindi mi metto lì in
pigiama e giacchino a dargli una mano.
(scoprirò poi
che sti pazzi hanno fatto la seguente cosa: ore 01:00 decidono di andare a
Torbole che c’è figa, vanno lì bevono un po’ ma non c’è la figa che volevano
loro, quindi vanno a Riva, bevono un altro po’ e constatano che il tipo di figa
ivi presente non è il tipo da smollarla al volo in barca, indi previa
telefonata di conferma ad una precedente figa di seconda scelta, tornano a
Torbole per chiudere la serata. Alla fine –non so se dopo aver concluso o no,
non ho indagato- rientrano in porto alle prime luci, giusto in tempo per
incastrarsi con il timone nella mia trappa.)
Alcune ore dopo
emergo dal saccopeloso alle presto meno un quarto, che oggi ci fanno partire
alle 11. Solita colazione cuoriciosa e via smonto le tende e mi appropinquo
alle attività veliche, se non fosse che: 1 non c’è vento, 2 è iniziata la
stagione delle piogge.
Alle 11, come
da programma piove talmente a dirotto che il povero Udr deve aspettare un
momento di relativa calma per issare l’Intelligenza senza bagnarsi troppo. Nel
frattempo dato il tipo di vento previsto, la larghezza del lago etc etc, viene
modificato il percorso: da triangolo a bastone secco orientato con la bolina
verso Riva e la partenza a sud.
Alla fine
quando smette di piovere entra un’ arietta sottile sottile e ci mandano fuori.
Prima prova: finalmente imbrocco una partenza, e arrivo 11. Le due cose sono
ovviamente correlate. Il bordeggio è facile si sta al trapezietto e di poppa
–c’è una Oscar dimenticata su un pennone- rollo con un certo impegno. Giro insieme
al cruccomanno Aut35, anche se lui è un po’ più smart di me nei giri di boa e
quindi alla lunga mi frega.
La seconda
prova invece rimango imbottigliato in partenza in malo modo e la conseguente
tattica è nel cercare degli spazietti di aria libera nella flotta sgranata e
variegata. In pratica uno strazio, tra l’altro con poco vento ballerino. Però
infilo un ultimo giro di boa decente e con questo supero sull’arrivo il
Cetonze, in maniera a dir poco irrispettosa.
Il ritorno a
terra è un’estenuante bolina nel vento morente…morente e bastardo, perché
quando siamo ormai sullo scivolo o quasi entra un groppo da 35-40 nodi che ci
spiana tutti. Un tritume.
Dieci minuti prima
sarebbe stata una tragedia, alla fine invece ce la siamo cavata chi tirando su
la barca sullo scivolo con qualche difficoltà chi incastrandosi tra le altre
barche in porto passando 5 brutti minuti cercando di ammainare randa. Danni
seri: nessuno.
E poi inizia la
vera missione eroica della regata tutta: caricare sotto il temporale. La vita è
troppo breve ed approssimativa per aspettare che spiova (anche perché potremmo
dover aspettare il prossimo ciclo lunare) e quindi via si fa sotto l’acqua,
tanto siamo già bagnati. Senza neanche cambiarci ovviamente, che almeno il
bonus dei vestiti asciutti me lo gioco quando ho finito tutto il lavoro. Alcune
ore dopo (barca pronta, premiazioni fatte, rinfresco inesistente –solo le birre
offerte dal Bozz-) io e il ciccottino ripartiamo in colonna, per un bel 7 ore
filate di macchina. Io sto a pezzi: dopo regata, caricamento e pioggia in
pratica ho lo stesso stato di affaticamento e di ore nelle gambe di chi nel
frattempo a Pescara ha fatto L’ironman.
Ed è qui, in un
anonimo autogrill dell’A14 che entra in gioco la salvatrice Canadesina. Ella
visto il mio stato pietoso decide di offrirsi volontaria e passa dalla macchina
del Ciccotti (dove Ciccotti e Ciccotta si danno il cambio alla guida) alla mia,
per chiacchierare un po’ e tenermi sveglio.
Nel primo
minuto di conversazione asserisce di essere una ragazza molto socievole.
Posso
confermarlo.
Non ha smesso
di parlare per le successive 5 ore, raccontandomi tutta la sua vita in pratica.
Santa ragazza,
se non era per lei io mi spatasciavo contro un guardrail e manco me ne
accorgevo…
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