Sabato,
finalmente si esce col nuovo bolide targato LNI.
Ho passato
metà del mio tempo in acqua a raddrizzare e l’altra metà a fare la più veloce e penosa bolina della mia
carriera
È instabile,
nervosa, bastarda, dolorosa.
La amo.
Ingenuo come
pochi arrivo ben prima del prodiere designato (Enrico il Bagnino, scelto perchè
sa nuotare bene in primo luogo) e inizio
ad armare la barca. Parto positivo, giocando con le sartie basse riesco ad
avere le tensioni che vorrei un po’ ovunque, e il bender rivisto e corretto va
una meraviglia (ma sempre lo teniamo d’occhio…).
Dicevo,
ingenuo come pochi, armo fiocco, gennaker…gennaker??? Si, sono convinto che lo
useremo, ci sono tipo 6-7 nodi….
Si, certo.
Poi arriva
Enrico, tiriamo su randa, ci cambiamo e qui iniziano le mie perplessità: lui
spavaldo, costumino petto nudo e piedi nudi. Io gli faccio presente che si farà
male e che staremo molto tempo in acqua: le scuffie sono garantite. Lui dice di
volerla prendere così, spavaldamente…contento lui…
Usciamo e
riusciamo a fare circa 3-4 minuti senza scuffiare, bolina larga/traverso per
uscire fuori dalla zona diga. Bordo dritto, ripenso alla mia dolce fidanzatina
(che non sarà velista di professione ma per osmosi ormai ne sa a pacchi) che
prendendo per il culo diceva:
“ ok si andate fuori e poi una volta che volete virare…già mi immagino vuoi due
che puntate alla Croazia senza il coraggio di toccare niente”
E in effetti
alla prima virata scuffiamo. E guarda caso passano di lì:
- i miei zii
FD muniti, che li sentiamo che ridono da 100 metri prima…’stardi…
- l’esperto
catamaranista Mauro che pure lui ci mette un po’ di carico, ma almeno rispetta
l’eroica scelta (scoprirò poi che ha un passato sui 49er il catamaranaro)
- Il buon
guido col suo contender, che in effetti
passa guarda, dice di mollare il vang e gli brillano gli occhi.
- vari ed
eventuali, soci e passanti velici che semplicemente se c’è qualcosa da vedere
si fiondano.
Insomma
abbiamo un bel pubblico, e noi per gentilezza replichiamo lo spettacolo. Il vero
problema è che Enrico non parla col trapezio (mentre io ricordavo che…) e
neanche con le terrazze, sta l a centro barca seduto con la randa in mano, un
po’ statico a dirla tutta. In questa configurazione io mi ritrovo un po’ a fare
i salti mortali, e soprattutto metto il culo in acqua una volta di troppo,
perdo il contatto e stucco l’elastico del mio trapezio. Risultato dobbiamo
rientrare, visto che io l’unico appenditore
a bordo è privato del suo appendino. Per fortuna il rientro è una bolina
sulle altre mura (quindi ho il trapezio integro e funzionante) con un solo
breve bordo per rialzarci di rotta durante la quale io rocambolescamente
acchiappo il trapezio e mi tengo in qualche modo.
Insomma il
bordo di rientro alla fine è stata una navigazione se non altro consapevole,
bolina due virate, avvicinamento a terra. Tutto liscio più o meno.
Con la barca
al 20 % del potenziale a essere gentili.
Avremo fatto
7-8 nodi a essere scarsi.
Wow.
Ne voglio
ancora.
insomma la barca-scuola perfetta ;p
RispondiEliminaora hai un problema: tutte le altre barche ti sembreranno delle cassapanche...